Associazione Fornitori Ospedalieri Regione Puglia

Vivilasanità – A colloquio con Vito Montanaro – Direttore Dipartimento Promozione salute – Regione Puglia 

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Vivilasanità – A colloquio con Vito Montanaro – Direttore Dipartimento Promozione salute – Regione Puglia

Alcuni investimenti del PNRR potranno trovare realizzazione già nei prossimi mesi

 

Essere capaci di interpretare i bisogni dei cittadini pugliesi

Recentemente avete convocato le Direzioni generali delle Aziende del SSR  per sollecitare la concreta attuazione delle politiche di contenimento della spesa disposte dalla Giunta Regione per ottenere i risparmi attesi.

Perché avete dato questo indirizzo? Non si rischia di offrire meno qualità nell’assistenza sanitaria?

“Abbiamo convocato le direzioni strategiche su temi riguardanti il personale dipendente e la gestione delle Sanitàservice.Si è conclusa l’attività di analisi delle dotazioni organiche delle aziende sanitarie e la ricognizione del personale dipendente assunto a tempo determinato, al fine di completare l’attività di ricognizione dei dipendenti che hanno maturato il diritto alla stabilizzazione, nonché la stima dei costi necessari. Dal prossimo 2023 le opportunità concesse dai provvedimenti legislativi emanati durante il periodo emergenziale non saranno più in vigore e dunque per mantenere i livelli occupazionali si dovrà necessariamente fare ricorso a nuove strategie. Il piano triennale delle assunzioni 2022-2024 dovrà infatti tenere conto delle stabilizzazioni e delle assunzioni mediante scorrimento delle graduatorie vigenti ovvero attraverso procedure concorsuali da bandire. Ovviamente qualsiasi strategia assunzionale dovrà tenere conto dei limiti finanziari di spesa.

Il secondo tema trattato è quello della Sanitaservice, elemento centrale dell’organizzazione sanitaria regionale, che ha bisogno di essere revisionata, anche al fine di riprogrammare la spesa dei prossimi anni.

Occorre verificare che tutte le Sanitaservice abbiamo approvato il loro business plan e previsto la fornitura di servizi sulla base delle esigenze del socio unico per supportare adeguatamente il percorso di assistenza sanitaria.

Nelle more che tale attività sia completata è stata disposta la sospensione delle procedure di internalizzazione dei servizi, ad eccezione del Servizio di emergenza e urgenza 118″.

 

 

Dopo i copiosi investimenti effettuati durante la fase pandemica in quale stato si trovano le casse regionali della sanità? Si corrono rischi di aumentare le tasse ai cittadini o dare meno servizi?

 “Durante il periodo pandemico abbiamo sostenuti costi per arginare la diffusione del Covid e per gestire la campagna vaccinale finanziati in gran parte dal Governo con appositi decreti. Nell’esercizio 2021 infatti la quota di costi non coperta da decreti nazionali é stata coperta da una manovra di bilancio che ha consentito di chiudere il bilancio della sanità in equilibrio economico.

Il fondo sanitario regionale 2021 è stato sufficiente a finanziare i livelli essenziali di assistenza, sebbene in uno scenario ridotto quanto a numero di prestazioni erogate a causa della pandemia.

Nel 2022 invece il covid ha impattato in modo meno rilevante, infatti il periodo emergenziale è scaduto a marzo 2022 e sarà possibile addebitare al bilancio Covid i costi sostenuti fino a dicembre 2022, con particolare riferimento ai costi del personale, tenuto conto che ci si attende un significativo incremento del Fondo Sanitario Regionale. Dal 1° gennaio 2023 tutta l’attività sanitaria della regione, incluse quella di contrasto alla diffusione del Covid ed alla campagna vaccinale, dovrà essere finanziata dal Fondo Sanitario Regionale.

Pertanto, allo stato attuale, nessuna iniziativa è riconducibile ad un percorso di innalzamento delle tasse per i cittadini pugliesi”.

 

 

Con la sua direzione la Puglia ha migliorato i Livelli Essenziali di Assistenza (Lea), portando la regione sempre più vicina ai migliori livelli di assistenza in Italia. Il livello di miglioramento continuerà ma come? Cosa bisognerà fare per tendere a performance sempre più efficaci?

 “Nel periodo peggiore che la sanità mondiale abbia mai registrato, la Puglia è riuscita a risalire la classifica dei LEA di ben 21 punti. In poco meno di due anni abbiamo portato il punteggio LEA a 193, completando un percorso di miglioramento iniziato negli anni precedenti che ha consentito di incassare circa 500 milioni di euro, non erogati in precedenza poichè vincolati al raggiungimento di specifici obiettivi.

Il mio lavoro è consistito nella revisione degli “schemi di gioco”. Il merito del grande risultato è del gruppo di grandi professionisti che operano da anni nel dipartimento e nelle aziende sanitarie, egregiamente gestite da direzioni strategiche che insieme hanno lavorato prima, durante e dopo il covid con grande spirito di sacrificio.

Abbiamo semplicemente preso atto che con una revisione dei modelli organizzativi, era possibile raggiungere gli obiettivi che i ministeri ci chiedevano da anni.

Il percorso di revisione del Sistema Sanitario Regionale che partiva dal livello di assistenza territoriale, iniziato prima del covid, di fatto è proseguito durante il periodo pandemico. Il DM 77 ed il PNRR cercheremo di completare questo percorso, migliorando gli obiettivi da raggiungere. L’obiettivo è quello di crescere ancora e continuare la scalata della classifica LEA.

 

 

Tra le problematiche più ricorrenti ci sono le liste di attesa e il sovraffollamento della medicina d’accettazione e chirurgia d’urgenza.  Quali risposte sente di dare a queste criticità?

 “Il piano per l’abbattimento delle liste d’attesa è previsto da una Legge nazionale, con la quale il Governo ha stanziato circa 33 milioni di euro.

L’ultima survey, effettuata a luglio, ha fatto rilevare buoni risultati nel recupero delle prestazioni in regime di ricovero. Il recupero delle prestazioni ambulatoriali invece appare più complesso.

Gli ospedali hanno saputo riorganizzare l’attività in tempi più rapidi e dopo le pesanti ondate pandemiche sono tornati ad erogare un numero più alto di prestazioni in regime di ricovero, anche attraverso l’ausilio di turni aggiuntivi dei medici e del personale sanitario.

I poliambulatori territoriali invece hanno mostrato maggiori criticità nella riorganizzazione dell’attività denotando difficoltà per il raggiungimento degli obiettivi di incremento del numeto delle prestazioni di specialistica ambulatoriale.

Sui territori operano sia medici specialisti dipendenti che medici specialisti ambulatoriali esterni. I tempi di erogazione delle prestazioni, il tempo di utilizzo degli spazi disponibile all’interno dei poliambulatori, risente in modo significativo della scarsità di professionisti dedicati.

Per questo motivo abbiamo cercato di sfruttare al massimo l’opportunità che il ministro Speranza ha concesso alle regioni incrementando il numero delle borse di specializzazione: 14 mila nel 2020 e 17 mila nel 2021. Alla Puglia sono state assegnate 400 borse di specializzazione in più nel 2021 (750 complessive) e 500 nel 2022 (850 complessive). Questo trend ci consentirà in pochi anni di assorbire il cosiddetto imbuto formativo. Un medico non specializzato non può partecipare a concorsi pubblici, ne può essere assunto presso strutture private accreditate.

Per completezza occorre evidenziare che è stato incrementato anche il numero di posti per giovani studenti che intendono intraprendere il corso di studi in Medicina e Chirurgia. Stiamo parlando di circa 300 posti in piú per i giovani pugliesi ma anche per giovani provenienti da altre regioni, che intendono iscriversi e conseguire la laurea in Medicina e Chirurgia presso le Università Pugliesi. Ovviamente sono stati incrementati i posti per coloro che intendono invece conseguire la laure in discipline afferenti le professioni sanitarie (ad esempio infermieri, tecnici di radiologia, etc.). Questo potrebbe aumentare la dotazione organica e quindi il capitale umano del sistema sanitario regionale alla luce del DM 77 e del PNRR, che prevedono rispettivamente la riorganizzazione dell’assistenza territoriale e la copertura finanziaria necessaria per costruire/ristrutturare le strutture assistenziali.

Il vero problema sarà quello di reperire le risorse finanziarie necessarie per “acquistare” il capitale umano necessario per far funzionare le nuove strutture sanitarie. 

La Medicina e Chirurgia d’Accettazione e d’Urgenza rappresenta uno dei temi più complessi della medicina moderna. Pochissimi sono i giovani medici che decidono di specializzarsi in tale disciplina, perché il lavoro presso il pronto soccorso è molto faticoso e non consente di svolgere attività libero professionale. Il giovane medico che si è impegnato in un percorso di studi che dura più di dieci anni, tende legittimamente a massimizzare i benefici professionali ed economici. Tante sono le borse di specializzazione che negli ultimi anni non sono state assegnate in tutta l’Italia. Per superare questa rilevante criticità sarebbe utile rivedere il contratto di lavoro assegnando maggiori risorse a categorie di professionisti che hanno maggiori disagi”.

 

 

Quando cominceranno a concretizzarsi gli investimenti in sanità previsti con il PNRR?

 “Alcuni potranno trovare realizzazione già nei prossimi mesi, sebbene il quadro delle procedure che Invitalia deve mettere a punto per dare supporto alle regioni che hanno aderito alla convenzione nazionale non sia ancora completo. Il percorso di assolvimento agli obblighi del PNRR sia dal punto di vista delle forniture che dal punto di vista della progettazione dei luoghi fisici all’interno dei quali queste forniture devono essere collocate è molto complesso e laborioso. Abbiamo candidato nel piano operativo del PNRR strutture che dal punto di vista organizzativo sono coerenti con il modello PNRR e con il modello contenuto nel DM 77/2022 che, come noto, è di recentissima approvazione. Ad esempio, i Presidi Territoriali Assistenziali (la Regione Puglia ne ha istituiti 33 con un provvedimento del 2017) includono strutturalmente le specialità e le attività sanitarie sovrapponibili ad un Casa della Comunità e ad un Ospedale di Comunità”. 

 

 

Con il piano di investimenti in atto, tutte le gare riguardanti il PNRR saranno gestite da Consip attraverso Accordi Quadro. Questi ultimi sono riservati a titolo esclusivo ad Aziende Multinazionali che quasi mai interagiscono con le PMI del Mezzogiorno e del territorio. A tal proposito la Regione sta valutando un sistema di premialità per cercare di far partecipare le centinaia di aziende qualificate del territorio che altrimenti rischiano, non solo di esser tagliate fuori da questo importante investimento, ma di dover ridimensionare il loro asset aziendale?

“Le procedure di gara saranno bandite da Consip. Il coinvolgimento delle aziende territoriali non può essere indotto dalla Regione, ma è frutto dell’attività di marketing che le aziende del territorio possono porre in essere alleandosi con le multinazionali, che in moltissime occasioni, se non in tutte, già rappresentano sul territorio con contratti di differente natura.

In questo momento il codice degli appalti consente associazioni temporanee, il libero mercato consente aggregazioni dal punto di vista degli obiettivi che i fornitori territoriali si attendono. Cosa posso auspicare? Che attraverso un’opera di marketing, attraverso un’opera di sviluppo di mercato, le aziende territoriali siano in grado di far comprendere alle multinazionali che rappresentano quanto importante è la presenza delle aziende sul territorio per la qualità, per la tempestività degli interventi e per la capacità di intercettare i bisogni sul territorio, vantando la conoscenza diretta degli uomini, dei percorsi, delle strutture sanitarie, delle esigenze che il territorio rappresenta. Nessuno può essere migliore interprete di questa politica più di quanto non possano fare le aziende del territorio. Il mio auspicio è di non attendere che qualcuno faccia qualcosa per te da un punto di vista normativo, ma essere determinante nella programmazione delle azioni di confronto industriale, di confronto imprenditoriale con i marchi che le aziende territoriali rappresentano”. 

 

 

Da qualche anno è il Direttore del Dipartimento Promozione Salute. Che giudizio esprime sul suo operato  e quali altri e nuovi incarichi dirigenziali e/o politici pensa di raggiungere?

“Il giudizio sul mio operato lo esprime il mio datore di lavoro, che è il presidente Emiliano. Il giudizio sul grado di raggiungimento degli obiettivi contrattuali a me assegnati lo esprime l’Organismo Indipendente di Valutazione della Regione. Fino ad oggi il giudizio è sempre stato positivo, rilevando anche il massimo grado di raggiungimento degli obiettivi a me assegnati. Pur prendendo atto di questi risultati, ritengo che comunque che avremmo potuto fare molto di più se non ci fosse stato il covid ad intralciare il programma di realizzazione del progetto di revisione del Sistema Sanitario Regionale. Ma se devo valutare il mio lavoro nella sua completezza di questi primi tre anni, devo affermare che abbiamo raggiunto dei buoni risultati a livello nazionale. Ottime performance nella classifica LEA e Bilanci in equilibrio economico-finanziario. Abbiamo raggiunto ottimi risultati nel contrasto della pandemia e nella campagna vaccinale. L’empatia che si è creata sia all’interno del dipartimento che con le direzioni strategiche ha consentito di creare un clima che con spirito di sacrificio e lealtà istituzionale ci ha permesso di raggiungere questi risultati. Certo avremmo potuto fare molto di più, ma è da quello che non abbiamo fatto che stiamo ripartendo per pianificare e programmare il futuro della Regione Puglia, indipendentemente da chi possa essere il coach e indipendentemente da chi possano essere gli operatori.  La forza di un’organizzazione complessa come quella del Sistema Sanitario Regionale è impostare un approccio metodologico, una pianificazione delle azioni sul campo a prescindere dagli uomini che interpretano gli “schemi di gioco”. La capacità richiesta agli uomini è quella di cambiare lo schema di gioco laddove ci si renda conto che la pianificazione e programmazione delle azioni non sta portando i risultati attesi. Per il futuro, così come ogni volta che inizio un lavoro, so bene quello che vorrò fare, ma in questo momento continuo a lavorare per la Regione Puglia, per il Servizio Sanitario Regionale, per i pugliesi, per il Presidente Emiliano che mi ha dato fiducia fino ad ora. Il mio auspicio più grande? Sperare di saper interpretare i bisogni dei cittadini pugliesi veicolati attraverso il commitment della politica, in team con i colleghi del dipartimento salute e con le direzioni strategiche delle aziende sanitarie, meritando il ruolo di coach che con impegno e lealtà cerco di onorare tutti i giorni”.

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