SANITA’, PIANO DI RIENTRO:IL GIALLO DELLA FIRMA
È durata quattro mesi la trattativa tra la Regione Puglia, obbligata a presentare un piano di rientro triennale sulla sanità come conseguenza dello sforamento del patto di stabilità del bilancio ordinario negli anni 2006 e 2008, e i ministeri del Tesoro e della Salute. |
Le tasse. I tecnici ministeriali nell’ultimo mese hanno insistito affinché il piano contenesse insieme ai tagli anche un aumento della tassazione Irpef. La Regione due settimane fa ha detto no a nuove tasse. L’assessore al Bilancio Michele Pelillo è riuscito a reperire nel bilancio ordinario 105 milioni di euro da destinare al piano di rientro. La partita sembrava chiusa, con soddisfazione dei tecnici pugliesi e di quelli ministeriali.
Le settimana scorsa l’ultima richiesta dei tecnici ministeriali alla Puglia: il piano di rientro deve prevedere anche la clausola del blocco del processo di internalizzazioni che riguarda potenzialmente 8.000 lavoratori della sanità utilizzati nei servizi ausiliari. La legge pugliese sulle internalizzazioni del 10 febbraio 2010 è ora osservata dinanzi alla Corte costituzionale su richiesta del governo. Il blocco delle internalizzazioni, richiesto giovedì 22 luglio oralmente, è stato formalizzato per iscritto lunedì scorso. La Regione Puglia nella riunione di lunedì ha cercato di ottenere un allentamento sul blocco, mettendo a verbale la disponibilità a verificare in che modo il processo di internalizzazione dei lavoratori dei servizi incidesse sulla parte contabile del piano di rientro.
Niente da fare. La copia definitiva del piano è stata fornita alla delegazione pugliese alle 13.03 di giovedì 29 luglio. Il dottor Filippo Palumbo, dirigente del ministero della Sanità, ha inviato all’assessorato regionale alla Salute «la proposta di piano di rientro della Regione Puglia da sottoscrivere entro il 29 luglio 2010». «I testi sono stati concordati con i rappresentanti della Regione Puglia», evidenziava Palumbo.
La doccia fredda. Alle 16.30 di giovedì Vendola era pronto a firmare tutto per evitare che la mancata firma sul Piano alla Puglia comportasse il taglio di 500 milioni di euro alla sanità da tempo bloccati ma già impegnati e che dovrebbero essere disponibili a settembre. Anzi, pretendeva di firmare. Ed era pronto a firmare anche il ministro della Salute Ferruccio Fazio. A quel punto è stato il ministro Tremonti a dire no. «Voglio visionare personalmente il Piano», ha detto a Vendola. E il presidente di rimando: «Ma il piano è stato predisposto dai vostri tecnici e bisogna firmare entro oggi». Tremonti: «Io firmo e io mi prendo la responsabilità di ciò che firmo. Voglio leggere il piano».
La polemica. Venerdì mattina le dichiarazioni del ministro hanno reso rovente il clima: «Non vogliamo che la Puglia diventi come la Grecia». La risposta del presidente della Regione è nota: «Un atto di sabotaggio politico, economico e sociale verso la Puglia. Sono sospese le regole dello stato di diritto. Chiederemo l’intervento del presidente della Repubblica». Vendola ha spiegato in conferenza stampa che qualcuno dalla Puglia «aveva dato al governo false informazioni su una nuova internalizzazione dei lavoratori della sanità varata dal Consiglio regionale mercoledì sera. Ho fornito tutti gli atti per spiegare che il Consiglio si era occupato la sera prima di 200 precari che nulla avevano a che fare con la sanità».
FONTE:NUOVO QUOTIDIANO
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