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Padoan: “L’Italia non cresce abbastanza”

Pier Carlo Padoan - Ministro Economia e Finanze
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Pier Carlo Padoan - Ministro Economia e Finanze
Pier Carlo Padoan – Ministro Economia e Finanze

(La Stampa) – L’Italia cresce ma non abbastanza. Pier Carlo Padoan non è soddisfatto della velocità della ripresa italiana ma assicurare: «cresceremo di più». Il ministro dell’economia si presenta ai lavori del Fmi e del G20 forte di una crescita solo dello 0,8%, con la quale il Belpaese è fanalino di coda di Eurolandia. La ripresa dell’area euro invece si «rafforza»: il rischio di deflazione sembra essere sparito, dice il presidente della Bce, Mario Draghi, assicurando che i tassi resteranno bassi a lungo, «bel al di là dell’orizzonte del piano di acquisti di asset». La Bce resta comunque pronta a intervenire nel caso lo scenario peggiorasse.

La crescita decolla anche fra le economie del G20, anche se «restano rischi al ribasso» e «l’incertezza politica è abbastanza elevata», affermano il ministro dell’economia tedesco Wolfgang Schaeuble e il presidente della Bundesbank Jens Weidmann, tracciando un bilancio della riunione dei 20 in qualità di presidenti. «L’umore all’interno del G20- è che gli scambi commerciali sono positivi per la crescita» dice Schaeuble, smarcandosi dal fiume di domande sull’impatto delle politiche di Donald Trump e su eventuali malumori fra i grandi del mondo su possibili nuovi muri commerciali. Sta a Weidmann invece respingere le domande sulle mosse della Casa Bianca per smantellare la riforma di Wall Street, nel giorno in Trump firma due decreti che rivedono parzialmente la Dood-Frank. «Non voglio speculare, dobbiamo capire dove è diretta l’amministrazione Trump. All’interno del G20 c’è un consenso sul fatto che dobbiamo continuare ad attuare le raccomandazioni dell’Fsb» si limita a dire Weidmann.

È in questo contesto internazionale e fra i dubbi sulla manovrina, che è «quasi una finanziaria» ed è in ritardo perché complessa, che Padoan si presenta a Washington. Definendo «senza senso» un’uscita dell’Italia dall’euro, il ministro invita ad avere «pazienza» per vedere i risultati delle riforme strutturali, per i quali ci vuole qualche anno. Allo stesso tempo difende l’Italia: «non sono assolutamente convinto che sia in una situazione peggiore della Francia». Fra le varie riunioni, Padoan interviene all’Ocse: «sono contento di tornare in un’altra veste» dice riferendosi al suo passato nell’istituto, e lodandolo per i suoi studio.

Con accanto il segretario generale dell’Ocse, Angel Gurria, il titolare di Via XX Settembre si sofferma sulle piccole e medie imprese, descrivendolo con i numeri 25-50-25. Un 25%, spiega, è rappresentato da quelle che stanno bene. Un 25% da quelle in difficoltà. Il 50% da quelle per le quali «dobbiamo combattere la battaglia per vincere la guerra» della crescita. Se questo 50% infatti crescerà anche i dati macroeconomici, assicura Padoan, miglioreranno.

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