Associazione Fornitori Ospedalieri Regione Puglia

De Leonardis: “Confronto sul piano di riordino anche per ridurre la mobilità passiva”

Giannicola De Leonardis - Capogruppo Movimento Schittulli-Area Popolare - Regione Puglia
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Giannicola  De Leonardis - Capogruppo Movimento Schittulli-Area Popolare - Regione Puglia
Giannicola De Leonardis – Capogruppo Movimento Schittulli-Area Popolare – Regione Puglia

Nota del Presidente del Gruppo Movimento Schittulli-Area Popolare, Giannicola De Leonardis.
“L’azione del Presidente Michele Emiliano mirata a una migliore e più equa ripartizione e distribuzione dei fondi per la sanità a livello nazionale è apprezzabile e condivisibile, perché gli attuali parametri penalizzano e discriminano fortemente le regioni meridionali, la Puglia in primis, e aumentano inevitabilmente il gap con le realtà del centro-nord in misura sempre più marcata. Ma è non è soltanto questa la causa di una mobilità passiva che cresce in termini altrettanto esponenziali (217 milioni di euro solo nel 2014) e che pesa come un macigno sulle casse regionali, senza contare i disagi per i malati, per le persone bisognose di accertamenti diagnostici, cure e prestazioni che qui non riescono ad avere, e per le loro famiglie, con relativi, ulteriori costi da sostenere a loro carico.

 

Dalla provincia di Foggia, per fare solo un esempio, si è costretti spesso ad andare nel vicino Molise a causa delle lunghissime liste d’attesa, delle carenze di personale, di attrezzature diagnostiche e Unità specialistiche coordinate di ultima generazione, più che per sfiducia o insicurezza sulla qualità e quantità dei servizi erogati e delle professionalità operanti nelle varie discipline.

 
Per questo chiediamo e sollecitiamo un confronto e una discussione ampia e partecipata sulla bozza del Piano di riordino ospedaliero destinata a cambiare ancora una volta – in pochi anni – il volto della sanità pugliese, perché soltanto calandosi pienamente nelle rispettive realtà e individuando le vere criticità è possibile eliminare gli sprechi e rimodellare un sistema che va certamente migliorato ma non smantellato, senza discriminazioni e penalizzazioni tra territori che potrebbero comunque rivelarsi un boomerang: e i numeri della mobilità passiva sono appunto lì a inchiodarci alle nostre responsabilità e ai nostri compiti di amministratori chiamati ad operare insieme (e non accettare supinamente) scelte destinate a pesare sul presente e sul futuro della nostra collettività”./

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