SANITA, VENDOLA: NO AI RICATTI DEL GOVERNO
“Non accetteremo condizioni che non hanno attinenza con la manovra contabile e con il piano di rientro del deficit sanitario”. Il presidente Nichi Vendola chiude la strada alle richieste del ministero della Salute che, per approvare il piano pugliese, ha preteso che la Puglia rinunci a difendere le leggi regionali sulla sanità impugnate dal governo Berlusconi davanti alla Corte Costituzionale. La più importante delle quali riguarda il processo di internalizzazione dei lavoratori precari avviata nel corso della passata legislatura. Un provvedimento che coinvolge oltre 9mila lavoratori. “Un’ingerenza politica messa a punto nei confronti dell’autonomia del governo della Puglia” ha tuonato anche il Pd col presidente della commissione Sanità Dino Marino. |
“Riusciremo a varare il piano senza mettere le tasse – ha ricordato – ci ribelliamo di fronte a chi vuole spingerci a toccare le addizionali Irpef e non volgiamo accettare condizioni che non hanno attinenza con la manovra contabile”. A rincarare la dose è stato il capogruppo di Sinistra e libertà in consiglio regionale: “Quello del governo è un arrogante ricatto da codice penale, un atteggiamento da cosca mafiosa che trova il sostegno complice dei consiglieri regionali del Pdl silenti e gongolanti – ha denunciato Michele Losappio – Mentre la Regione affronta un durissimo piano di rientro imposto dal governo, il plotone di esecuzione dei ministri Fitto, Brunetta e Tremonti vuole fucilare i circa 8000 lavoratori che oggi sono impegnati nel 118 e nei servizi di pulizia, guardiania degli ospedali pugliesi”.
(C) FONTE:Repubblica.it
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