Associazione Fornitori Ospedalieri Regione Puglia

SANITA, VENDOLA: NO AI RICATTI DEL GOVERNO

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 “Non accetteremo condizioni che non hanno attinenza con la manovra contabile e con il piano di rientro del deficit sanitario”. Il presidente Nichi Vendola chiude la strada alle richieste del ministero della Salute che, per approvare il piano pugliese, ha preteso che la Puglia rinunci a difendere le leggi regionali sulla sanità impugnate dal governo Berlusconi davanti alla Corte Costituzionale. La più importante delle quali riguarda il processo di internalizzazione dei lavoratori precari avviata nel corso della passata legislatura. Un provvedimento che coinvolge oltre 9mila lavoratori. “Un’ingerenza politica messa a punto nei confronti dell’autonomia del governo della Puglia” ha tuonato anche il Pd col presidente della commissione Sanità Dino Marino.
Tanto più che secondo una prima ricognizione dell’assessorato alla Sanità nessuna delle altre regioni che hanno concordato un piano di rientro del deficit sanitario ha dovuto subire. Soltanto alla Calabria è stata rivolta una richiesta simile. “Ma in quel caso – sottolineano dall’assessorato – era stata la Regione a impugnare una legge dello Stato e non viceversa”.
La polemica potrebbe mettere a rischio l’esito della trattativa in corso tra i tecnici della Regione e quelli del ministero della Salute che, entro la fine del mese, dovrà concretizzarsi con la firma congiunta del piano di rientro. Una rottura costerebbe alla sanità pugliese mancati introiti per 500 milioni di euro. Per questo Vendola ha provato a stemperare i toni: “Io devo tener fuori la contesa politica da quel tavolo – ha detto – quello è un tavolo tecnico in cui bisogna dimostrare da parte nostra che siamo in grado di coprire con tagli anche duri quello che viene considerato un buco, ma che in realtà è la proiezione sul bilancio della sanità dei problemi legati alla violazione del patto di stabilità. Sono fiducioso che i tavoli tecnici troveranno la quadra”. Ma il governatore pugliese non ha intenzione di subire in silenzio tutte i “suggerimenti” arrivati in queste ore dal governo nazionale.

“Riusciremo a varare il piano senza mettere le tasse – ha ricordato – ci ribelliamo di fronte a chi vuole spingerci a toccare le addizionali Irpef e non volgiamo accettare condizioni che non hanno attinenza con la manovra contabile”. A rincarare la dose è stato il capogruppo di Sinistra e libertà in consiglio regionale: “Quello del governo è un arrogante ricatto da codice penale, un atteggiamento da cosca mafiosa che trova il sostegno complice dei consiglieri regionali del Pdl silenti e gongolanti – ha denunciato Michele Losappio – Mentre la Regione affronta un durissimo piano di rientro imposto dal governo, il plotone di esecuzione dei ministri Fitto, Brunetta e Tremonti vuole fucilare i circa 8000 lavoratori che oggi sono impegnati nel 118 e nei servizi di pulizia, guardiania degli ospedali pugliesi”.

(C) FONTE:Repubblica.it

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