Associazione Fornitori Ospedalieri Regione Puglia

SANITÀ, SI TAGLIANO I SERVIZI E NON GLI SPRECHI – LA TABELLA INVESTIMENTI PER PAESE

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TABELLA 30-10-2014Tagliare la sanità non si può. Ma Sergio Chiamparino, presidente della Conferenza delle Regioni, ha parlato chiaro: i quattro miliardi in meno previsti dalla manovra del governo si tradurranno necessariamente in sforbiciate alla sanità, che si porta via più del 70 per cento del loro budget.

E se la spending review imporrebbe razionalizzazioni e costi standard (la celebre siringa che in Veneto costa 4 centesimi e in Sicilia 60) contro gli sprechi, sembra aver ragione il presidente del Veneto Luca Zaia quando dice che Renzi non ha la forza di imporli. Perché, infatti, dopo averne a lungo parlato lascia nelle mani dei governatori la patata bollente, limitandosi a un taglio lineare che saranno loro a dover declinare.

Il rischio è allora che, come è accaduto finora, si finisca con l’erodere i servizi invece che mettere ordine nella spesa, in particolare nelle regioni dove i costi sono già fuori controllo. Insomma, se è vero che i prezzi pagati per le forniture (dalle protesi da impiantare alle lavanderie) sono diversissimi da Asl a Asl, è anche vero che molti direttori generali non sono riusciti, o non hanno voluto razionalizzarli nonostante anni di reprimende pubbliche e tagli. Fare una spending review seria imponeva di usare il bisturi dove si spreca, invece la manovra dà un colpo d’accetta ai fondi statali col rischio di obbligare anche le regioni virtuose a limare servizi essenziali.

Perché, al netto di questa revisione capillare dei costi delle forniture, negli ospedali italiani “grasso che cola” non ce n’è proprio più. Il sistema sanitario al momento tiene. Ma già scricchiola. E i dati indicano che erodere ancora i budget potrebbe avere conseguenze serie sulla salute degli italiani.
Così gli epidemiologi guidati da Giuseppe Costa dell’università di Torino sono al lavoro per escogitare nuove strategie anti-crisi nel Libro Bianco sulle disuguaglianze di salute in Italia (che sarà reso noto nei primi giorni di dicembre). Strategie, non altri tagli perché le mille manovre dei governi Berlusconi, Monti e Letta già mostrano i loro effetti e l’Istat, confrontando malattie e percezioni soggettive dello stato di salute degli italiani nel 2005 e nel 2013, cioè prima e durante la crisi, ha scoperto che il nostro paese comincia a stare assai peggio che in passato.

È vero però che altre nazioni (Grecia in testa) se la passano peggio, come mostra un ultimo studio della rivista “The Lancet”. Noi abbiamo certamente goduto dello scudo del Ssn che copre gratuitamente l’intera popolazione. Ma fino a quando potrà farlo? Se già oggi vediamo che non ci sono soldi per la prevenzione; che anche il ceto medio non riesce a pagare il ticket e rinuncia alle cure; che le madri disertano i pediatri e si taglia la salute delle generazioni future.

Fonte:l’Espresso

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