Associazione Fornitori Ospedalieri Regione Puglia

Regione Puglia, piano di riordino:lacrime e sangue. Venerdì 19 febbraio in Commissione sanità

Giovanni Gorgoni - Direttore ARESS - Regione Puglia
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Giovanni Gorgoni - Direttore Area Salute - Regione Puglia
Giovanni Gorgoni – Direttore Area Salute – Regione Puglia

(Corriere del Mezzogiorno) – Il piano di riordino ospedaliero è pronto. Venerdì Michele Emiliano ne presenterà l’ossatura in commissione Sanità. Subito dopo il dossier, secondo accordi, sarà spedito al ministero. Il riordino prevede, come annuncia il governatore, la chiusura e riconversione di «molti ospedali» e «sacrifici durissimi». Gli ultimi dettagli sono stati messi a punto in un incontro tra Emiliano, il capo di gabinetto Claudio Stefanazzi e il direttore di dipartimento Giovanni Gorgoni. La questione del riordino è emersa a margine della presentazione dell’investimento di 404 milioni (fondi Ue) a favore di servizi di assistenza sanitaria extra-ospedaliera. Iniziativa, quest’ultima, in stretta connessione con il riordino e che serve a potenziare la sanità «territoriale» per alleggerire la pressione sui più costosi ospedali.

Le proteste

Il governatore si prepara a contrastare la prevedibile ondata di proteste per la manovra di riorganizzazione. Per questo adotta le contromisure e fa capire di essere costretto alle decisioni. «Le opposizioni – dice Emiliano – sanno perfettamente che il Piano di riordino è scritto nella legge di Stabilità e nel decreto ministeriale 70. Sanno anche che ci sarà molto attrito su questo piano e per questo si preparano a sparare sul presidente. Sappiano che ho il panciotto antiproiettile. Spiegherò punto per punto, sindaco per sindaco, ciò che la Stabilità e il decreto 70 ci obbligano a fare. Sarebbe opportuno dal punto di vista della civiltà politica che le minoranze condividessero con noi il compito di spiegare».

Cosa prevede

Il Piano prevede – secondo le direttive del governo – l’aumento degli ospedali di base e la diminuzione di quelli di primo livello: questi ultimi, quando organizzati su più stabilimenti, saranno sdoppiati (vedi Andria-Canosa oppure San Paolo-Molfetta-Corato-Terlizzi). Il riordino si fonda su tre linee di intervento: 1) accorpamenti di reparti (non significa necessariamente riduzione di posti letto, ma risparmi sul costo del personale); 2) chiusura e riconversione di un gruppo di ospedali, quelli giudicati più deboli; 3) riorganizzazione della rete di emergenza-urgenza, legata alla riformulazione degli ospedali di base o di primo livello (in quelli di base non c’è pronto soccorso e la rete va adeguata). Il piano è allestito su due fasi: la prima si deve attuare in 12 mesi e, se i previsti risparmi non fossero conseguiti, con una seconda ondata di interventi dopo 24 mesi.
La polemica

L’opposizione, chiamata in causa dal governatore, replica a tono. «Emiliano – dice il capogruppo di FI Andrea Caroppo – è in evidente stato di debolezza e confusione. Pretende il sostegno delle opposizioni. Ma la sua pretesa è irricevibile, perché tardiva e fuori luogo, dopo che ha taciuto per mesi e disertato i lavori della commissione Sanità». «Emiliano – fa eco il senatore D’Ambrosio Lettieri, Cor – aveva detto che chiudeva 24 ospedali, poi ha smentito, poi ha dichiarato che le strutture da chiudere sono molte. Il governatore si produce in un’altalena di dichiarazioni, senza chiarezza e senza rispetto per i pugliesi».
Gli investimenti

L’investimento sulla sanità territoriale, presentato dall’assessore al Welfare Salvatore Negro, prevede un investimento di 404 milioni. Sono previsti 139 progetti, di cui 66 ad alta priorità. «In primo luogo – dice l’assessore – puntiamo a completare il piano di riconversione degli ospedali dismessi con il Piano di rientro 2010-2012». Tra i più significativi va segnalato il Centro-risvegli a Triggiano (3 milioni), il poliambulatorio di Grumo (3), l’hospice di Monopoli, 4 strutture a Bari (Csm di via Sassari, poliambulatori di via Caprera, via Crisanzio, via Colli Grisoni). A Taranto 15 milioni: tra Centro ambiente salute e il rifacimento del distretto. A Lecce destinati 18 milioni. Nasce infine un poliambulatorio a San Severo (5,5).

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