Associazione Fornitori Ospedalieri Regione Puglia

Regione Puglia, in commissione sanità audizioni sul riordino ospedaliero

Pino Romano - Presidente Commissione Sanità - Regione Puglia
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Pino Romano - Presidente Commissione Sanità - Regione Puglia
Pino Romano – Presidente Commissione Sanità – Regione Puglia

Avviata la fase di audizioni nella Commissione sanità presieduta da Pino Romano in relazione al Piano di riordino ospedaliero della Regione Puglia. Ai lavori ha partecipato anche l’assessore regionale al welfare Totò Negro che, prima di passare la parola ai soggetti convocati, ha annunciato la disponibilità del governo di considerare i suggerimenti e le osservazioni e tradurli eventualmente nelle scelte definitive.

I rappresentanti di ANCI e UPI, pur riservandosi la possibilità di far pervenire alcune integrazioni scritte, successivamente all’incontro che si terrà nei prossimi giorni con il presidente della Regione Michele Emiliano, lamentando la mancanza di un coinvolgimento diretto dei rappresentanti territoriali, hanno evidenziato le sofferenze che emergono dal Piano facendo riferimento al blocco delle assunzioni e alla impossibilità di sforare il tetto di spesa. Inoltre hanno denunciato la presenza di scelte incongruenti e incoerenti in relazione ad un Piano che dal loro punto di vista sarebbe stato eseguito sulla base di un’elaborazione dei dati difformi rispetto a quelli richiesti dal DM 70.

Dall’Ordine dei Medici della provincia di Bari è giunta la richiesta di migliorare la qualità dell’assistenza al pubblico e l’invito ad affrontare nelle sedi opportune una diversa ripartizione del fondo sanitario regionale, ritenendo questo Piano simile ai precedenti, foriero solo di disagi senza alcun miglioramento qualitativo.

A nome degli altri Ordini dei Medici provinciali è intervenuto il presidente dell’Ordine di Brindisi che ha puntato il dito sul problema del riequilibrio territoriale, portando l’attenzione sui dati relativi alle percentuali dei posti letto che, oltre ai 3,7 per mille acuti, ci sono da considerare gli standard dei  posti letto non ospedalieri sanitari che devono essere rispettati nella misura di 7,5 o addirittura 8 per mille. È stata ribadita la necessità di riflettere seriamente sulle ricadute del Piano ed è stato avanzato l’invito a creare un rapporto diverso tra le istituzioni e le professioni sanitarie, alla luce del fatto che il sistema sanitario pugliese  è sbilanciato sul precariato medico ed infermieristico, determinando una situazione insostenibile, acuita dalle sei mila unità lavorative in quiescenza sostituite da poche centinaia di precari.

Criticità sono state avanzate anche dalle Associazioni ANAO (assistenti ospedalieri) e AAROI (anestesisti rianimatori emergenza-urgenza) per le modalità definite ragionieristiche  adottate nel varare il Piano che avrebbe depotenziato la territorialità, facendo trasparire una palese idea di privatizzazione del sistema.

Apprezzamento per il ruolo chiave ribadito nel Piano nei confronti delle Strutture Ecclesiastiche pugliesi è stato espresso dal portavoce dell’Associazione ARIS che ha parlato a nome dei tre Ospedali religiosi presenti in Puglia, chiedendo che vengano però classificati come Enti Ecclesiastici in virtù del loro ruolo.

Anche il rappresentante delle Strutture sanitarie private (AIOP) ha apprezzato il Piano per la trasparenza dei dati facendo emergere per la prima volta il riconoscimento che i costi sostenuti nei confronti delle strutture private sono inferiori rispetto al pubblico.

La seduta è stata aggiornata a martedì 22 marzo con il prosieguo delle audizioni dei sindaci dei Comuni in cui ricadono gli Ospedali ridimensionati, Confindustria, Confcooperative, presidenti delle Conferenze dei sindaci e varie sigle sindacali del sistema sanitario.

 

 

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