Associazione Fornitori Ospedalieri Regione Puglia

Piano cronicità e farmacie, Moltedo: “Pagina ancora da scrivere dalle Regioni”

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“Il Piano Nazionale delle Cronicità, che ha messo nero su bianco come il Servizio Sanitario Nazionale intende occuparsi delle persone che soffrono di malattie croniche, stenta nella sua implementazione regionale nonostante ci siano chiari esempi di come la discesa in campo del farmacista su certe patologie possa portare a risultati eccezionali nella presa in cura del paziente”.

 

 

Così Osvaldo Moltedo, segretario di Federfarma nazionale, a margine del seminario “Piano Nazionale delle Cronicità: a che punto siamo”, promosso dal Tribunale per i diritti del malato-Cittadinanzattiva, con la partecipazione dei principali stakeholder del mondo della salute e con il sostegno non condizionato di Chiesi Farmaceutici Spa.

 

 

Viene menzionato, infatti, anche il ruolo della farmacia tra i 7 aspetti trasversali del Piano nell’assistenza, insieme a: disuguaglianze sociali, fragilità e vulnerabilità; diffusione delle competenze, formazione, sostegno alla ricerca; appropriatezza nell’uso delle terapie e delle tecnologie; sanità digitale; umanizzazione delle cure; ruolo delle associazioni di tutela delle persone con malattie croniche e delle loro famiglie.

“Due esempi su tutti – continua Moltedo – il progetto Re-I-MUR sull’aderenza alla terapia e il Dia Day per il diabete, dimostrano quanto sia importante il farmacista per il paziente cronico. Attraverso l’Intesa di settembre 2016 tutte le Regioni e Province autonome si impegnano a recepire il documento con propri provvedimenti e a dare attuazione ai contenuti del Piano nei rispettivi ambiti territoriali.

 

Ma ad oggi le Regioni procedono in ordine sparso e si evidenziano ancora molte aree critiche nella gestione delle malattie croniche”.

 

 

E’ necessario, per Moltedo, che la questione si sblocchi in Conferenza Stato-Regioni. “A distanza di un anno e mezzo dall’approvazione – conclude Moltedo – è preoccupante che siano solo 5 le Regioni ad averlo recepito formalmente.

 

Serve una spinta maggiore e solo a quel punto anche le farmacie potranno fare la loro parte”.

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