Associazione Fornitori Ospedalieri Regione Puglia

Per Emiliano finita l’epoca dei piccoli e pericolosi ospedali

504

Emiliano 6

Il governatore Michele Emiliano torna a spingere l’acceleratore sul piano di riordino ospedaliero ancora oggetto di verifiche da parte del Ministero. Lo ha fatto, nei giorni scorsi, in un lungo post su facebook, a seguito di alcuni delicati interventi di trapianto realizzati nel Policlinico di Bari. La sanità, spiega, deve essere costituita da «pochissimi ospedali con grandi casistiche, molto personale e grandi strutture superattrezzate e costose. In Puglia – scrive il governatore – bastano per 4milioni di abitanti non più di cinque o sei grandi ospedali di eccellenza nei capoluoghi di provincia. Ai pazienti che stanno veramente male per gravi patologie non importa dov’è l’ospedale (tanto che vanno al Nord molto spesso), importa solo di essere nel miglior ospedale possibile».

Secondo Emiliano «è finita l’epoca in cui gli ospedali si facevano ovunque per trovare primariati per i medici e voti per politici. In questo modo in Puglia eravamo arrivati ad avere 60 ospedali in molti casi vecchi, pericolosi e inutili, col personale sottoutilizzato che stava senza far nulla a fronte dei loro colleghi dei reparti migliori sempre carenti di personale. Questi piccoli ospedali erano utili al massimo per far dire al sindaco di turno che aveva ottenuto l’ospedale dove piazzare il suo amico primario-grande elettore». Adesso, con il piano, «gli ospedali pugliesi diventeranno 31 e potremo redistribuire il personale negli ospedali più grandi e attrezzati e nei pronto soccorso e nei punti nascita con una casistica tale da renderli sicuri e soprattutto dotati di rianimazione e terapia intensiva».

Emiliano insiste: «arrivare in un pronto soccorso di un ospedale piccolo e senza esperienza ampia è più pericoloso che fare dieci o quindici minuti in più di ambulanza giungendo al pronto soccorso o al punto nascita giusto. A questa rete della emergenza-urgenza ed a quella dei grandi ospedali di eccellenza con collegamento agli ospedali più piccoli per interventi e terapie di routine, va associata la rete degli ambulatori territoriali per le visite ordinarie che devono essere molti di più di adesso e molto più vicini alle persone per far perdere loro meno tempo possibile. Tutti gli ospedali che chiuderemo come ospedali, verranno trasformati in moderne e complete strutture territoriali che saranno molto più efficienti ed utili ai cittadini. Nulla può rimanere uguale a prima, altrimenti la sanità pubblica ce la sfileranno dalle mani e diventerà solo un business».

 

Fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno

Comments are closed.