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Per Bankitalia stime del Def al ribasso

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Lo scenario programmatico del Def “non può dirsi implausibile sulla base dell’attuale situazione congiunturale ma resta il rischio di evoluzioni meno favorevoli”. Lo afferma il vicedirettore generale di Bankitalia, Luigi Federico Signorini, in audizione in Parlamento aggiungendo che “le tensioni geopolitiche potrebbero ripercuotersi sulla fiducia di famiglie e imprese. I mercati finanziari restano soggetti a una forte volatilità”. In linea le stime di crescita per il triennio 2017-2019, secondo Signorini anche in questo caso le stime sono coerenti, ma le stime “sul prezzo del petrolio sono inferiori alla media del 2015”. A preoccupare Bankitalia è soprattutto la volatilità dei mercati e il possibile impatto delle tensioni geopolitiche sulla fiducia delle famiglie: saranno infatti i consumi privati a sostenere la ripresa.

Le previsioni del governo dell’ultima nota di aggiornamento
del Def 2015 (autunno scorso) e del Def 2016 (oggi)
  2016 2017 2018
  sett. ’15 apr. ’16 sett. ’15 apr. ’16 sett. ’15 apr. ’16
Pil (var %) 1.6 1.2 1.6 1.4 1.5 1.5
Deficit/Pil (%) -2.2 -2.3 -1.1 -1.8 -0.2 -0.9
Debito/Pil (%) 131.4 132.4 127.9 130.9 123.7 128

Secondo la Banca d’Italia è “un fatto positivo che, nonostante il peggioramento delle proiezioni di crescita, sia stato confermato l’obiettivo di avviare la riduzione del debito a partire da quest’anno. Ma i margini non sono ampi”. Signorini spiega che “per garantire il raggiungimento dell’obiettivo, sarà necessario mantenere durante l’anno uno stretto monitoraggio dei conti pubblici. Per consolidare la fiducia dei mercati, è importante conseguire nel corso del tempo una riduzione del debito chiara, visibile e progressiva. I Paesi a più alto debito sono i più sensibili a possibili shock esterni”. L’Italia dovrebbe quindi continuare a beneficiare del calo del costo del debito: grazie all’intervento della Bce sui tassi, dal 2012 il costo del debito è sceso di 15 miliardi di euro l’anno.

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