Associazione Fornitori Ospedalieri Regione Puglia

Le performance dei sistemi sanitari regionali a bersaglio. Non c’è la Puglia

529

ospedale verde

Le performance dei sistemi sanitari regionali a bersaglio
(IlSole24Ore) – Dieci Regioni ormai “veterane” e 4 “new entry”, che per il momento hanno aderito al progetto in via sperimentale. In tutto, quasi 2/3 delle Regioni italiane, a dimostrazione che il modello funziona e che soprattutto è ormai in grado, per la massa critica delle informazioni che mette in evidenza, di produrre dati significativi sulle performance sanitarie. I “bersagli” ideati dal MeS (Laboratorio Management e Sanità) della Scuola superiore di Pisa, nati in Toscana nel 2004 e diventati quattro anni dopo un sistema di valutazione e di benchmarking tra regioni diversi, sono ormai a pieno regime.
Hanno deciso di mettere in vetrina i loro risultati (visibili on line dal 2 luglio) Basilicata, Liguria, Marche, Pa Bolzano, Pa Trento, Toscana, Umbria, Veneto, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia. In via sperimentale, hanno aderito Calabria, Lazio, Lombardia e Sardegna. risultati Presentato oggi a Roma al ministero della Salute, il progetto considera sei macro dimensioni di analisi:?stato di salute della popolazione, capacità di perseguimento delle strategie regionali, valutazione socio-sanitaria, valutazione da parte dell’utenza; valutazione interna, valutazione economico-finanziaria e di efficienza operativa. «Nel complesso – spiega Federico Vola del MeS Sant’Anna – gli indicatori monitorati sono circa 200.
A 99 di essi è associata una valutazione, mentre i restanti, di osservazione, permettono l’interpretazione degli altri risultati. Gli indicatori vengono raggruppati, tramite una struttura ad albero, in 30 indicatori di sintesi, rappresentati in forma grafica tramite il bersaglio, con 5 fasce di valutazione, a seconda della performance conseguita: al centro i punti di forza, corrispondenti alle fasce verdi, mentre nelle aree rosse e arancioni, le più esterne del bersaglio, i punti di debolezza. «Non si tratta di fare pagelle o graduatorie, deleterie per il nostro sistema sanitario nazionale, ma di condividere un sistema che permetta di evidenziare punti di forza da cui apprendere e punti di debolezza su cui intervenire», tiene a precisare Sabina Nuti, responsabile del MeS.
«Chi è sul campo e si impegna ogni giorno a trovare la migliore soluzione possibile ai problemi dei pazienti con le risorse disponibili – aggiunge – non ha bisogno del ranking ma vuole idee ed evidenze che permettano di ridiscutere l’assetto stesso delle risorse, per individuare quei cambiamenti nella pratica clinica e nei processi organizzativi aziendali che possono fare la differenza nella qualità dei servizi.

Il sistema di misurazione dei risultati del network delle regioni, con le fasce di valutazione, la rappresentazione semplice della performance nei bersagli, le mappe e tutti gli strumenti manageriali ad esso collegati, questo si propone, in un processo continuo dove la ricerca scientifica in ambito manageriale si integra con l’esperienza e le competenze delle tecnostrutture regionali». I bersagli come modello non sono sanitario ma di trasparenza e di valutazione ottimale di un servizio pubblico essenziale, dunque?

Nuti ne è convinta: «In un periodo in cui spesso le regioni sono messe in discussione, la scelta di queste quattordici realtà, al di là del loro colore politico, di aderire al network e lavorare in rete, di mettersi in gioco per calcolare con modalità condivise gli indicatori, di essere capaci di definire insieme obiettivi stringenti e sfidanti e di pubblicare i dati su web, dimostra che queste istituzioni possono essere d’esempio e best practice rispetto a molte altre amministrazioni pubbliche in Italia che ancora non sono in grado di render conto del loro operato ai cittadini in termini quantitativi».

Comments are closed.