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La tregua (apparente) dello spread Il vero rischio viene dal Pil e dal rating

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Ieri sera lo spread ha chiuso a 289 punti. Venticinque sotto ai livelli di metà mese. Il termometro del rischio Italia sembra entrato in una fase di apparente stabilità. La ragione è che gli investitori dispongono di quasi tutti i dati che aspettavano in questi mesi. Il mercato ora sa che struttura ha la legge di bilancio, ha visto come hanno reagito le agenzie di rating, ha misurato la frenata dell’economia.

Ha capito anche che la Ue risponderà in modo aggressivo e tutto questo produce insieme uno spread attorno ai 300 punti. Nel governo qualcuno può essere tentato a tirare avanti così fino alle europee di maggio. Lo pensano (e lo dicono) i vicepremier Salvini e Di Maio, convinti che i populisti vinceranno anche quelle elezioni. Resta da capire se la tregua dei mercati sarà stabile. Tra due giorni la Commissione Ue pubblicherà le sue proiezioni economiche e quelle sull’Italia saranno più pessimistiche di quelle del governo. Fra luglio e settembre l’economia italiana si è fermata. E gli ultimi dati confermano la crescita zero.

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