Associazione Fornitori Ospedalieri Regione Puglia

Istat, da febbraio persi 600 mila occupati, 700 mila inattivi in più

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Il tasso di disoccupazione risale all’8,8% a giugno. Penalizzati giovani e donne. A perdere il lavoro, a differenza che nelle precedenti rilevazioni, sono soprattutto i dipendenti con posto fisso (60 mila) mentre aumentano i contratti a termine e gli autonomi

 

(LA REPUBBLICA) – Torna a crescere il tasso di disoccupazione in Italia, che a giugno si attesta risale all’8,8%, in aumento di 0,6 punti rispetto a maggio, rileva l’Istat. Aumenta anche il tasso di disoccupazione giovanile, che passa al 27,6% (+1,9 punti). Nel confronto mensile a giugno si registrano 46 mila in meno rispetto a maggio (-0,2%). La diminuzione pesa soprattutto sulle donne, con una perdita di 86 mila unità, e i dipendenti permanenti, ovvero quelli con un ‘posto fisso’, che si riducono di 60 mila. Cali compensanti parzialmente dall’aumento degli uomini occupati (+39mila), dei dipendenti a termine, degli autonomi e degli ultracinquantenni.

 

L’Istat pubblica inoltre anche una prima stima dei dati cumulativi sul lavoro dall’inizio della pandemia: da febbraio 2020 il livello dell’occupazione è sceso di circa 600 mila unità e le persone in cerca di lavoro sono diminuite di 160 mila, a fronte di un aumento degli inattivi di oltre 700 mila unità”. “In quattro mesi – evidenzia l’istituto di statistica -, il tasso di occupazione perde un punto e mezzo, mentre quello di disoccupazione, col dato di giugno, si riavvicina ai livelli di febbraio”.

A giugno la crescita delle persone in cerca di lavoro, sottolinea l’Istituto, è “consistente”, pari a 149mila unità in più (+7,3%). Il rialzo, si spiega, “riguarda soprattutto gli uomini (+9,4% pari a +99mila unità, contro il +5,0%, pari a +50mila, delle donne) e interessa tutte le classi di età”.

Rispetto al giugno 2019 invece la perdita è del 3,2% pari a 752 mila unità. Coinvolge, spiega l’Istat, “entrambe le componenti di genere, i dipendenti  (-613mila), gli autonomi (-140 mila) e tutte le classi d’età; l’unica eccezione risultano essere gli over 50 (+102mila).

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