Il treno del Pnrr non ripasserà più
A colloquio con Speranza: “Il treno del Pnrr non ripasserà più. Ognuno abbassi le propie bandierine e si lavori insieme a una grande riforma a partire dal territorio e dal personale”
Il Ministro fa capire che il vento è cambiato con il Covid e che c’è una maggiore consapevolezza nel Paese sull’importanza della sanità pubblica. “Le persone con il dramma della pandemia – rileva il Ministro – hanno capito che il sistema sanitario nazionale è ciò di più importante che abbiamo. Quindi dobbiamo investire dobbiamo chiudere la stagione dei tagli e fare un grande salto culturale che consiste nel capire che ogni euro che si mette sulla salute non è semplice spesa pubblica ma è il più grande investimento sulla qualità della vita delle persone”.
“Per troppo tempo – rimarca Speranza – la quantità di diritto alla salute che potevamo offrire e garantire dipendeva dalle tabelle degli uffici di ragioneria e di bilancio. Noi dobbiamo rovesciare questo scherma. È in base alla quantità del diritto alla salute da garantire che dobbiamo scrivere quelle tabelle e quelle indicazioni di bilancio”.
E in questo senso il riferimento è anche ai miliardi in arrivo con il Recovery Plan. “La posta in gioco di fronte a noi – spiega – è così grande e le opportunità di finanziamento che stanno arrivando sono così cospicue che noi abbiamo bisogno di fare un grande Patto-Paese. Un patto in cui ci devono essere tutti e la sanità deve essere la prima mattonella. Il treno che passa ora non ripasserà facilmente, le risorse che abbiamo ora a disposizione difficilmente le rivedremo. Ognuno deve abbassare le proprie bandierine, deve capire che il proprio punto di vista è un pezzo di un puzzle più grande e dobbiamo rilanciare tutti insieme il servizio sanitario nazionale”.
Ma se sarà fondamentale scrivere delle riforme adeguate per non sprecare le risorse, è pur vero che si dovrà tornare ad investire sul personale sanitario, falcidiato dai tagli dell’ultimo decennio.
“Ricordiamoci sempre – sottolinea – che veniamo dalla vigenza di una legge che diceva alle Regioni che per il personale non si poteva spendere più di quanto si faceva nel 2004 meno l’1,4%. Inoltre non si finanziavano le borse di specializzazione che hanno creato un imbuto formativo. Col Covid abbiamo imparato che puoi comprare una mascherina o un respiratore sul mercato internazionale ma che non puoi comprare un medico. E la verità è che in passato il nostro Paese non ha programmato a sufficienza il proprio personale sanitario e ci siamo trovati in difficoltà”.
E il Ministro rivendica come “fino a 3 anni fa le borse di specializzazione in medicina che si finanziavano erano tra le 5 le 6 mila l’anno. L’anno scorso abbiamo messo 13.400 borse e quest’anno 17.400. Il triplo di 3 anni fa. Questi sono fatti”.
Decisive saranno le assunzioni per far marciare le riforme. “Il personale è una chiave fondamentale – conclude -. Bisogna continuare a investire e a mettere risorse. Buona parte del Pnrr sarà dedicato al personale sanitario e aumenteremo il fondo sanitario nazionale in maniera tale che le assunzioni non siano garantite fino al 2026 ma a tempo indeterminato. Qui si gioca la partita strategica del nostro futuro”.
Luciano Fassari
Comments are closed.