Associazione Fornitori Ospedalieri Regione Puglia

IL MINISTRO SACCONI ACCUSA LA SANITA’ VENETA:BUCO DI 250 MILIONI DI EURO

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 VENEZIA — La sanità veneta finisce sul banco degli imputati. Pubblica accusa, il ministro del Welfare Maurizio Sacconi, che da Treviso rompe così il suo abituale silenzio sugli affari regionali: «Credo sia doveroso un check up approfondito perché vedo molte asimmetrie all’interno del sistema sanitario veneto». Tra le «asimmetrie » che preoccupano il ministro c’è da credere vi sia il buco da 250 milioni di euro scoperto all’improvviso nei conti dell’azienda ospedaliera integrata di Verona e, più in generale, il perdurare della nota, abnorme quantità di ospedali che costellano la provincia scaligera.

Quanto al primo appunto, replica sibillino il governatore Luca Zaia: «Apriremo ogni cassetto e renderemo noti tutti i conti. Per il momento non ho motivi di pensare che troveremo una situazione più grave di quella che ci è stata prospettata ». Sulla riorganizzazione delle strutture, invece, è l’assessore alla Sanità Luca Coletto ad annunciare: «Presto chiuderemo gli ospedali di Isola della Scala, Malcesine e Bovolone». L’affondo del ministro ha preso le mosse da una frase sospirata (per caso?) dallo stesso Sacconi di fronte ad alcuni giornalisti sui «bei tempi andati della sanità veneta, quando assessore era Fabio Gava», vale a dire nell’ormai lontano mandato Galan d’inizio millennio. Alla richiesta di spiegare i motivi della sua malinconia, Sacconi ha spiegato: «Il sistema sanitario regionale ha situazioni meravigliosamente efficienti ed altre invece la cui arretratezza sta manifestando ora tutti i costi e le insufficienze, anche qualitative, che questa comporta». Quindi, prendendo a parametro di riferimento la sua città, il ministro ha aggiunto: «Se Treviso è una realtà molto efficiente, perché ha saputo concentrare le funzioni ospedaliere e sviluppare i servizi territoriali, altre parti della regione, non avendo fatto il primo passo, non hanno potuto nemmeno fare il secondo, cioè non hanno sviluppato a sufficienza i servizi territoriali e comunque presentano costi che sono la conseguenze di quelle che in sanità vengono chiamate inappropriatezze».

Di qui la richiesta alla giunta Zaia di procedere quanto prima «ad una effettiva due diligence sullo stato dei servizi socio sanitari assistenziali integrati». Chiamato in causa, il governatore non sembra voler polemizzare con il ministro e invita tutti ad andarsi a rileggere le sue interviste sulla faccenda «perché io lo dico da tempo immemore che si deve fare al più presto la due diligence sui conti della Regione. Su tutti, mica solo su quelli della sanità». In questo senso si sarebbero già messi all’opera l’assessore al Bilancio Roberto Ciambetti ed il suo collega alla Sanità Luca Coletto, anche se per entrare nel vivo dell’investigazione contabile si dovrà attendere la nomina del nuovo segretario della Sanità Domenico Mantoan che, per la cronaca, ieri ha avuto il via libera dalla commissione Affari istituzionali insieme agli altri top manager della Regione. Non sfugge comunque a Zaia ed alla Lega il fatto che Sacconi imputi le sofferenze della sanità veneta alla recente gestione dell’assessorato, tinta di smaccato verde padano essendo passata da Tosi a Coletto via Martini e Sandri, e forse anche per questo, mentre qualche leghista fa notare malizioso che i direttori generali sono sempre stati nominati da Galan, compreso quel Valerio Alberti messo prima a capo dell’azienda ospedaliera di Verona e poi spostato in fretta e furia all’Usl 3 di Bassano, Zaia avverte: «Mi dicono che i 250 milioni che mancano all’appello a Verona sono soltanto un episodio, per altro non dovuto ad una mala gestione dell’azienda ma soltanto all’operazione di fusione di questa con l’università (circostanza negata però di recente da Alberti, ndr.). In ogni caso i cittadini possono stare tranquilli, apriremo i cassetti e renderemo note tutte le carte».

Per intendersi, qualche giorno fa Zaia si era così rivolto al buon intenditore: «Non sono abituato ad assumermi le responsabilità degli altri. Con me chi sbaglia, paga». Per conoscere a quanto ammonta il conto ed il nome di chi dovrà aprire il portafoglio, però, bisognerà attendere che uffici e consulenti della Regione completino la ricognizione che il governatore ha preteso sulla sua scrivania al più presto. «Quando avremo una fotografia chiara della situazione procederemo con la riorganizzazione del sistema – rivela Coletto – a cominciare da Verona dove molto negli anni è stato fatto, riducendo gli ospedali da diciassette a sette, ma dove si può fare ancora qualcosa per ridurre i costi, ad esempio chiudendo la struttura di Isola della Scala, che solo il Tar sta tenendo aperta, e poi quelle di Malcesine e Bovolone».Mal’attenzione della Regione è puntata anche su Venezia, dove si teme un’impennata dei costi per la realizzazione in project financing dell’ospedale dell’Angelo, e su Padova, dove rimane aperta la partita per la costruzione del nuovo ospedale voluto dall’inedita coppia Galan-Zanonato ed ora bloccato dalla new wave padana.

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