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Gazzetta del Mezzogiorno, altri due mesi per piano riordino e poi arriva nuovo assessore

Michele Emiliano - Governatore Regione Puglia
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Michele Emiliano - Governatore Regione Puglia
Michele Emiliano – Governatore Regione Puglia

GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO (ED. BARI) – Il 31 dicembre 2015 non rappresentava un termine ultimativo per predisporre il nuovo piano dei reparti. È per questo che Michele Emiliano, dopo aver sentito il ministero della Salute, ha deciso di non procedere all’adozione del regolamento in giunta. Servirà un altro mese, forse due. Ed è possibile che dopo aver portato a termine l’impegno, il governatore pugliese possa anche nominare l’assessore alla Salute. Emiliano ha finora tenuto per sé la delega, perché vuole toccare con mano i problemi del sistema – la sanità è il compito più importante della Regione – e lasciare la sua impronta sulle scelte di programmazione. Il recepimento delle linee Guida ministeriali è del resto l’atto che determinerà l’assetto della sanità pugliese almeno per il prossimo decennio. Questo, e l’avvio del consiglio regionale sanitario, sono i capisaldi del programma elettorale del governatore.

Ecco perché subito dopo Emiliano potrebbe decidere di lasciare il settore in mano ad un assessore, anche per concentrarsi sulle altre emergenze (che in Puglia non mancano: II-va, Tap, xylella, rifiuti…). Sul punto Emiliano è combattuto. Perché l’ipotesi di una nomina in giunta (dopo il dimis-sionamento di Liviano c’è una sedia libera) tiene tutto il Consiglio regionale sulla corda. Emiliano al momento non ha la maggioranza dei due terzi necessaria ad eliminare dallo Statuto il tetto agli assessori esterni. E dunque, se deciderà per delegare la sanità, il bacino di scelta sarà necessariamente molto ristretto: deve pescare o dal Consiglio, o da chi è già in giunta. Ma intanto restano da appianare i nodi del riordino, che pure è pronto sottoforma di giunta.

Nodi che si concentrano nel Foggiano e nel Salente Nel primo caso riguardano Lucera (destinato a chiudere: ci sono poche alternative) e Manfredonia, dove le proteste sono enormi: tra i contrari c’è il deputato Michele Bordo (la cui moglie, a differenza di quanto scritto ieri, non lavora nell’ospedale) e numerosi consiglieri regionali della zona. Stesso discorso per i due punti nascita destinati alla chiusura nel Salente e per i 6 pronto soccorso che saranno trasformati in punti di primo intervento: non raggiungono le soglie minime previste, ed è molto improbabile che il ministero possa garantire alla Puglia le deroghe che chiede

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