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Fmi avverte l’Italia: “Rafforzare la lotta alla corruzione, è una priorità”

Pier Carlo Padoan - Ministro Economia e Finanze
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Confermata la ripresa: secondo le stime, il Pil del nostro Paese crescerà dell’1,5% nel 2017.

 

(La Presse) Il Fondo monetario internazionale conferma la ripresa dell’Italia ma invita il nostro Paese a fare di più contro la corruzione. Una riforma giudiziarie e la lotta alla corruzione devono essere considerate “priorità fondamentali di riforma strutturale in molti Paesi europei” e, in particolare, si devono “rafforzare gli sforzi anticorruzione in Bulgaria, Grecia, Ungheria, Italia, Romania e Ucraina”, scrive infatti il Fmi nel Regional Economic Outlook sull’Europa.

Per quanto riguarda il Pil, rileva l’istituzione di Washington, il tasso dovrebbe crescere dell’1,5% nel 2017, poi dell’1,1% nel 2018 e dello 0,9% nel 2019. Il debito dell’Italia dovrebbe attestarsi al 133% nel 2017, per poi calare al 131,4% nel 2018 e al 128,8% nel 2019.

Il Fondo conferma inoltre le stime su conti pubblici e mercato del lavoro. Il deficit dovrebbe passare dal 2,2% di quest’anno, all’1,3% nel 2018 e allo 0,3% nel 2019, mentre il tasso di disoccupazione è stimato in flessione all’11,4% nel 2017, all’11% nel 2018 e al 10,6% nel 2019.

Tra le economie “avanzate” dell’Europa, prosegue l’Fmi, “un certo numero di Paesi hanno elevati rapporti di debito pubblico e limitati buffer fiscali, tra cui Belgio, Francia, Italia, Portogallo, Spagna e Regno Unito” e “con l’accelerazione della crescita e la fine della perdita di Pil, questi Paesi dovrebbero consolidare gradualmente” i conti pubblici “per ricostruire spazio per le politiche e mettere il debito in un percorso di calo”.

Poi un giudizio positivo sulla questione dei crediti deteriorati. Secondo il Fondo, il recente smaltimento di Npl da parte delle banche italiane “è incoraggiante”. “Le nuove norme insieme a fattori ciclici e strutturali sono una spinta alla redditività”, anche se “per una parte apprezzabile del sistema bancario, il rendimento del patrimonio netto è costantemente inferiore al costo”. In ogni caso, il Fmi ritiene che “la ripresa economica potrebbe non essere sufficiente ad aumentare i rendimenti per soddisfare le aspettative degli investitori” e “saranno necessari ulteriori consolidamenti e ristrutturazioni”.

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