Associazione Fornitori Ospedalieri Regione Puglia

Emiliano, chiusura ospedali “anche a costo di insurrezioni”

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(Nuovo Quotidiano) – “Questa legislatura deve mettere in sicurezza la sanità pugliese per i prossimi dieci anni, costi quel che costi, anche a costo di non essere rieletti, anche a costo di insurrezioni locali, anche a costo di litigare con l’intero consiglio regionale”. Lo ha affermato il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, commentando con i giornalisti la dichiarazione fatta da lui ieri nella quale si è detto disposto a chiudere 25 ospedali pur di non aumentare le tasse.
“Noi abbiamo un piano di riordino varato dalla giunta Vendola – ha aggiunto – che fa una classifica delle capacità operative di ciascun ospedale. Più del 55% delle prestazioni dell’intera regione vengono fatte solo da 10 ospedali”. “In qualche modo – ha concluso Emiliano – i cittadini hanno definito già quali sono le loro scelte, le loro priorità, le eccellenze e il loro contrario”.

Per Emiliano, “c’è una condizione generale per cui gli operatori della sanità non possono, ogni mattina, arrivare in sala operatoria o in infermeria e trovare la novità che il governo, siccome aveva problemi, ha dovuto tagliare questo o quell’altro, impedendo programmazione e, sopratutto alle Regioni del Mezzogiorno che sono quelle più in crisi, di programmare il recupero”. “Questo schema – ha rilevato – non può funzionare. Quindi, visto che il governo taglia le tasse, non possiamo fare il giochetto che poi noi dobbiamo riaumentarle. Questa non è politica ma è permutazione”.

“Noi non possiamo aumentare le tasse – ha ribadito – e quindi dobbiamo riorganizzare i servizi anche a costi pesanti. Questo significa che ci sono potenzialmente 25 ospedali le cui prestazioni sono da verificare”. “Nel frattempo – ha concluso Emiliano – è arrivata la diagnosi. L’istituto Sant’Anna ci ha consegnato i dati che presenteremo tra qualche giorno. Avrete, per la prima volta nella sanità pugliese, la performance di ciascun ospedale, cioè la capacità operativa di ogni reparto. In base a quello bisognerà prendere decisioni che coinvolgeranno pazienti, sindacati, dal consiglio regionale. Non intendo imporre nulla”.

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