Associazione Fornitori Ospedalieri Regione Puglia

Debiti delle Asl verso fornitori sfiorano i 23 miliardi di euro

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(La Repubblica) – Ce ne sarebbe abbastanza per mettere insieme una manovra finanziaria: i debiti del sistema sanitario italiano nei confronti dei fornitori sfiorano i 23 miliardi di euro. Un ammontare in lento rientro, ma non ancora a livelli che si potrebbero definire “fisiologici” per un comparto così grande nel Paese.

La ricognizione arriva dalla Cgia di Mestre, che indica in 22,9 miliardi le risorse che devono ancora passare dal conto corrente pubblico alle casse delle aziende che lavorano a contatto con ospedali e via dicendo. Analizzando la “Relazione sulla gestione delle Regioni” della Corte dei Conti, relativa al 2015, gli artigani notano che “sebbene negli ultimi anni lo stock sia in calo, l’ammontare del debito commerciale del nostro SSN non è ancora stato ricondotto entro limiti fisiologici. Soprattutto nel Mezzogiorno, le Asl sono in affanno con i pagamenti, mettendo così in seria difficoltà moltissime Pmi”.

I dati elaborati dall’associazione veneta dicono che la sanità regionale più indebitata è quella del Lazio, con 3,8 miliardi di euro. A seguire la Campania con 3 miliardi, la Lombardia con 2,3 miliardi, la Sicilia e il Piemonte entrambe con 1,8 miliardi di euro ancora da onorare. Se, invece, rapportiamo il debito alla popolazione residente, il primato spetta al Molise, con 1.735 euro pro capite. Seguono il Lazio con 644 euro per abitante, la Calabria con 562 euro pro capite e la Campania con 518 euro per ogni residente. C’è da segnalare comunque che dal 2011 il debito complessivo è in costante calo ed è sceso di 15 miliardi di euro (-39,7 per cento). A livello regionale le contrazioni più importanti si sono verificate nelle Marche (-69,5 per cento), in Campania (-55,4 per cento) e in Veneto (-51 per cento). Solo nel Molise e in Umbria la situazione è peggiorata: nel primo caso la crescita è stata del 39,7 per cento, mentre nel secondo caso del 57,7 per cento.

Per quanto concerne i tempi medi di pagamento praticati nel 2016 e riferiti alle sole forniture di dispositivi medici (fonte Assobiomedica), in Molise il saldo della fattura è avvenuto mediamente dopo 621 giorni, in Calabria dopo 443 giorni e in Campania dopo 259 giorni. Se teniamo conto che la legge in vigore stabilisce che i pagamenti delle strutture sanitarie debbano avvenire entro 60 giorni dall’emissione della fattura, nessun valore medio regionale rispetta questo termine.

Il coordinatore del centro studi, Paolo Zabeo, mette in evidenza che “le forniture continuano ad essere acquistate con forti differenze di prezzo tra le varie regioni” e lancia un sospetto di non poco conto: “Non è da escludere che in alcune regioni, in particolar modo del Sud, avvengano degli accordi informali tra le parti per cui le Asl o le case di cura impongono ai propri fornitori pagamenti con ritardi pesantissimi, ma a prezzi superiori rispetto a quelli, ad esempio, praticati nel settore privato”. Il segretario Renato Mason d’altra parte sottolinea: “Nonostante l’ammontare degli sprechi, sarebbe sbagliato generalizzare. E’ importante sottolineare che la nostra spesa sanitaria pubblica è inferiore di un punto percentuale di Pil rispetto a quella francese e di 0,5 punti rispetto a quella britannica. Inoltre, l’ottima qualità del servizio reso a molti cittadini italiani, soprattutto del nord Italia, non ha eguali nel resto d’Europa”.

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