Associazione Fornitori Ospedalieri Regione Puglia

CON LA MANOVRA FINANZIARIA MANCHERANNO 3500 ANESTESISTI

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        Roma, 07 lug. – “Una riduzione del 40% di attivita’ programmata” che “allunghera’ a dismisura le liste d’attesa oppure costringera’ i malati a rivolgersi alle strutture private”. Vincenzo Carpino, presidente dell’Aaroi-Emac, As-sociazione aneste-sisti riani-matori ospeda-lieri italiani Em-ergenza area critica, stima le ripercu-ssioni che la manovra potrebbe avere “se venisse approvata in via de-finitiva”. “E’ l’ultima chance che abbiamo – sottolinea in una nota – per far capire che cosa potrebbe accadere”.
“Come abbiamo affermato con forza in diverse occasioni – afferma Carpino – le ripercussioni di que-sta manovra potreb-bero essere devas-tanti per il Servizio sanitario nazionale. Per quanto riguarda gli anestesisti riani-matori, esiste attual-mente un deficit di 1.500 specialisti. Secondo le previ-sioni, il blocco delle assunzioni e i tagli dei precari aumente-rebbe tale deficit di 2.000 unita’ per un totale di 3.500 anestesisti riani-matori in meno ris-petto al necessario.

Nel caso dei 20.000 medici dell’emergenza oggi operativi, il blocco del turnover provocherebbe un deficit di 4.000 medici”, fa i conti l’Aaroi-Emac. “In totale – prosegue Carpino – gli anestesisti rianimatori e i medici dell’emergenza area critica passerebbero dagli attuali 30.000 a 24.000, con gravissime ripercussioni sull’intera organizzazione delle aziende sanitarie e ospedaliere”. “In particolare, se per coprire le carenze nei settori dell’emergenza ci sara’ bisogno di utilizzare gli anestesisti che lavorano anche nelle sale operatorie – stima Carpino – accadra’ che per queste ultime attivita’ il deficit di specialisti arrivera’ al 40%. Ad esempio se ci sara’ nei Centri di rianimazione una carenza del 20% di anestesisti rianimatori, questi dovranno essere spostati dalle sale operatorie in rianimazione aggravando cosi’ del 40% l’attivita’ ordinaria”. “Se i chirurghi che lavorano nella chirurgia generale saranno spostati per coprire i turni di chirurgia d’urgenza – prosegue – e’ naturale che la carenza in chirurgia generale non sara’ piu’ del 20% ma del 40%. Cio’ determinera’ un gravissimo danno all’attivita’ chirurgica di routine che, dagli attuali 50 mila interventi al giorno, passera’ a 30 mila al giorno”. “E’ evidente che questa riduzione del 40% di attivita’ programmata – conclude – allunghera’ a dismisura le liste d’attesa oppure costringera’ i malati a rivolgersi alle strutture private”. 

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