Associazione Fornitori Ospedalieri Regione Puglia

Vivilasanità  – Editoriale di Grazia Guida – Presidente A.F.O.R.P. – Più attenzione per le PMI

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Vivilasanità  – Editoriale di Grazia Guida – Presidente A.F.O.R.P.

 

Sollecitiamo il confronto istituzionale nazionale e regionale

 

Più attenzione per le Pmi

 

“… Migliaia, milioni di individui lavorano, producono e risparmiano nonostante tutto quello che noi possiamo inventare per molestarli, incepparli, scoraggiarli. E’ la vocazione naturale che li spinge, non soltanto la sete di denaro. Il gusto, l’orgoglio di vedere la propria azienda prosperare, acquistare credito, ispirare fiducia a clientele sempre più vaste, ampliare gli impianti, abbellire le sedi, costituiscono una molla di progresso altrettanto potente che il guadagno.
Se così non fosse, non si spiegherebbe come ci siano imprenditori che nella propria azienda prodigano tutte le loro energie e investono tutti i loro capitali per ritrarre spesso utili di gran lunga più modesti di quelli che potrebbero sicuramente e comodamente ottenere con altri impieghi.”

*Luigi Einaudi

 

 

Facendo nostro il pensiero di Luigi Einaudi, abbiamo la consapevolezza che non è  un periodo facile della nostra storia, anzi, forse, dal dopoguerra  ad oggi, attraversiamo la fase con più insidie e difficoltà. Riteniamo che  i corpi intermedi della rappresentanza, che hanno sempre fatto da cuscinetto e  da vasi comunicanti tra politica e cittadini, debbano essere più ascoltati,  con l’obiettivo di sconfiggere quel malessere che da anni serpeggia tra i cittadini. Tra vecchi e nuovi bisogni, si rischia di camminare su una polveriera che da un momento all’altro potrebbe esplodere. Ma anche le azioni che si mettono in campo da parte delle istituzioni governative sia a livello centrale che periferico non aiutano a superare la crisi. Anzi gettano benzina sul fuoco e le imprese si trovano a vivere situazioni paradossalmente complicate e di impoverimento. Perché succede tutto questo? Ad esempio, il Governo uscente,  attraverso un provvedimento improvvido, inopportuno e ingiusto, il payback,  chiede alle imprese italiane che operano nel comparto della sanità, di restituire parte dei ricavi. Tutto questo  fa esplodere la protesta di centinaia di  PMI  e si creano ulteriori fratture, insanabili, tra le istituzioni e il mondo produttivo. È un provvedimento ingiusto perché retroattivo, perché mette la mani nelle tasche delle imprese e si rischia di contrarre i piani di investimenti, di ridurre gli spazi di sviluppo e di espansione economica. È un provvedimento che non potremmo mai accettare e ci auguriamo che la nuova Presidenza del Consiglio si attivi  per rivederlo e ritirarlo. Altra grande questione è  la pianificazione del PNRR che potrebbe rivelarsi un vero e proprio boomerang per le PMI italiane. Perche? Affidando la gestione delle gare plurimiliardarie a Consip, la  centrale acquisti della Pubblica amministrazione, che a parità di dignità, vede protagonisti gruppi industriali e multinazionali, seppur nella forma aprono alla partecipazione, nella sostanza negano alle PMI  il diritto a concorrere agli eventi competitivi. E se nel Mezzogiorno si dovesse attuare questo piano, l’ammodernamento degli ospedali o la realizzazione di case di comunità, si convertirebbe da essere una opportunità ad una mancata  occasione, riducendo o annullando i piani di investimento e di crescita per i prossimi dieci anni. Per consentire la massima partecipazione delle PMI si rende necessario abbassare rivalutare la richiesta dei criteri partecipativi che non possono basare la qualificazione delle aziende sulla mera richiesta dei fatturati, in quanto lo stesso non può essere rapportato a quello delle multinazionali. Basterebbe una proporzionalità tra concetto di grande e il concetto di piccola e media impresa.  Questo permetterebbe non solo di applicare il principio di dignità, il diritto costituzionale al lavoro, ma una competitività equa, in cui  le PMI potranno ampliare la propria crescita e trainare le piccole aziende satellitari.

Ma la ridondante proposizione di eventi competitivi frutto di aggregazione, con richiesta di fatturati sempre più cospicui, rappresenta un colpo inferto al cuore delle PMI del Mezzogiorno. E se questa problematica dovesse perdurare rischierebbe di aggravare le crisi aziendali,  che per sopravvivere ai nuovi aumenti energetici e al limitato spazio di operatività competitiva, potrà produrre licenziamenti o ricorso ad ammortizzatori sociali. Riteniamo che sia a livello nazionale che regionale,  vadano aperti dei tavoli istituzionali in cui si discute e si affrontano con determinazione e impegno tutte le problematiche che investono il mondo produttivo della sanità. Sarebbe la strada maestra per evitare nuovi disastri e condividere un percorso di leale e utile confronto, in cui ogni parte, sia coinvolta per risolvere tutte le questioni aperte. Se non avremo risposte e perdureranno i silenzi delle istituzioni, al dramma delle imprese del Mezzogiorno, su cui spirano i venti di guerra che causano continue criticità,   ricadremo nella miseria della competitività.

A tutti noi è data la responsabilità dell’ascolto e della collaborazione, perchè il futuro si gioca nella consapevolezza del proprio agire.

 

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