Associazione Fornitori Ospedalieri Regione Puglia

Sanità. Conca: “Il risparmio in sanità non si ottiene con la riduzione del personale”

Mario Conca - Consigliere Movimento 5 Stelle - Regione Puglia
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“Chiudere ospedali senza riorganizzare la sanità sul territorio porta solo ad una riduzione dei servizi erogati, a fronte di un incremento dei costi dovuto all’inappropriatezza delle cure, alla progressiva privatizzazione, alle più costose esternalizzazioni e all’aumento progressivo della mobilità passiva. A questo si aggiungono le maggiori spese per le forniture sanitarie e non sanitarie a causa di gare centralizzate che distruggono le PMI creando o consolidando oligopoli che fanno aumentare i prezzi fino a triplicarli. Quello che ripetiamo da tempo al Presidente Emiliano oggi è stato confermato anche dalla Corte dei Conti”.

Così il consigliere regionale del M5S, Mario Conca commenta la relazione della Corte dei Conti relativa al periodo 2012-2016, che relega la Puglia all’ultimo posto per virtuosismo. Nei 5 anni presi a riferimento, a fronte di un aumento di 221 milioni di euro di riparto del FSN (Fondo Sanitario Nazionale) la spesa è cresciuta di 318 milioni di euro. Tutte le voci sono lievitate tranne quella del personale che scende del 2.4%.

“Ma la sanità non la dovrebbero fare le persone? – incalza Conca – La riduzione del costo del personale è dovuta all’esternalizzazione di alcuni servizi, e al blocco del turn-over, che permette di assumere persone amiche della politica bypassando le procedure concorsuali di cui all’articolo 97 della Costituzione.

È evidente che stiamo andando verso la privatizzazione più spinta, con il risultato che fra qualche anno a curarsi saranno i più ricchi e coloro che potranno permettersi un’assicurazione sanitaria. Il pareggio di bilancio introdotto nel 2012 da Monti, il blocco assunzionale che persiste dal 2004 per mano di Tremonti, la direttiva comunitaria 161, l’anacronistica e ingiusta modalità dei cosiddetti costi standard per definire la quota capitaria, il blocco del turn over subìto per anni e mai recuperato, il piano di rientro triennale introdotto dalle ultime Finanziarie per raggiungere un utopistico rapporto ricavi/costi non superiore al 7%, i piani di rientro e il programma operativo che dal 2010 limitano la libertà d’azione regionale, suonano come una condanna sancita per legge.

Emiliano, ultimo per la Corte dei Conti, in questo caso soprattutto per colpa delle scelte sbagliate fatte da Vendola e Fiore nel 2010/2011 quando decisero di chiudere 18 ospedali, e ultimo per indice di gradimento tra i presidenti di Regione – prosegue il pentastellato – deve pretendere immediatamente l’abolizione del blocco assunzionale oppure consegnare le chiavi della sanità ad un commissario ministeriale.

La sanità la fanno gli uomini, il presidente /assessore alla sanità Emiliano non deve assolutamente risparmiare sul personale, ma deve scardinare le clientele sprechi che in Puglia valgono almeno 1 miliardo di euro. Non servirebbe a niente l’ennesimo piano di riordino ospedaliero lacrime e sangue utile solo a peggiorare ulteriormente i conti e a privare i pugliesi dei livelli essenziali di assistenza. Emiliano, fermati”.

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