Associazione Fornitori Ospedalieri Regione Puglia

Quando lo Stato paga – Asl Ba tra le più virtuose in Italia – Gli indicatori in Puglia

Vito Montanaro - Direttore Generale Asl Ba
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Dai dati del Tesoro sulle amministrazioni più efficienti nel saldare i debiti emerge un’Italia spezzata in due: quasi tutti gli enti virtuosi sono al Nord. Ma la Regione Lazio sorprende. Molto bene la Asl Ba. Tutti i dati della Puglia.

 

Chi ha detto che dagli scandali non nasce mai niente di buono? Può succedere eccome, se la reazione è abbastanza sana (e virulenta) da obbligare chi può a fare qualcosa. In Italia non succede spesso, ma a volte sì. Un episodio di qualche anno fa, indelebile nella memoria di milioni di imprenditori, ne è un esempio dal quale solo oggi si coglie qualche beneficio. Nel 2013 la situazione era diventata insostenibile: attraverso 22 mila amministrazioni pubbliche, lo Stato aveva accumulato debiti commerciali verso le aziende fornitrici per circa 90 miliardi di euro. E non pagava. I ritardi di comuni, provincie, regioni, aziende sanitarie, ministeri o università nel saldare le fatture stavano soffocando il tessuto delle piccole e medie imprese. Un committente da un miliardo l’anno come la Regione Lazio saldava ormai i creditori a mille giorni – se quelli restavano in vita – e non era che un caso fra molte migliaia. Non che il problema sia completamente superato, al contrario.

Centinaia di migliaia di fatture continuano a essere onorate oltre i limiti di legge europei, fissati in trenta giorni (al di fuori del settore sanitario). Ad esempio il Comune di Roma nel primo trimestre di quest’anno ha pagato le imprese fornitrici in media 85 giorni dopo la presentazione della fattura e nel secondo due mesi e mezzo dopo. Sempre troppo, quasi il triplo dei limiti di legge, benché molto meglio degli oltre sei mesi che si dovevano aspettare nel 2013 e dei 110 giorni del 2015. Anche la Regione Campania è fra quelle che restano indietro, con pagamenti medi effettuati quasi a tre mesi di distanza dal giorno in cui un imprenditore spedisce il conto. Ma se a qualcosa questo scandalo è servito, è a superare l’opacità. Lo Stato italiano ha dovuto imparare a usare più di prima gli strumenti digitali – a partire dalla fatturazione elettronica – e anche la massa di dati che essi producono su ogni azienda, ogni ente e ogni singolo debito.

 

 

Oggi un’unica banca dati contiene tutto ciò che serve sapere e la Ragioneria generale dello Stato ha iniziato a fare un po’ di trasparenza: per la prima volta, da pochi giorni ha messo in rete almeno le informazioni sui 500 enti pubblici più efficienti (definiti “più virtuosi”) nel pagare i fornitori nel 2016. Questi dati naturalmente non dicono nulla del comportamento delle altre 21.500 amministrazioni, quelle che non rientrano fra le più rapide nel saldare le imprese fornitrici. Ma a loro modo anche solo le informazioni sui migliori 500 pagatori pubblici sono un ritratto dell’Italia di oggi: quella che funziona, ma anche quella che non funziona per ragioni a volte poco visibili. I dati della Ragioneria contano, in primo luogo, perché sono la fotografia statistica di isole di efficienza a volte sorprendenti. Il miglioramento più netto riguarda probabilmente la Regione Lazio, che si piazza nella parte alta della classifica dei virtuosi dopo una rincorsa lunghissima. Quella era un’amministrazione quasi al default, che pagava a quasi tre anni dalla fattura solo nel 2013 e a due anni nel 2014. L’anno scorso invece è entrata fra le più rapide in assoluto, saldando quasi un miliardo di euro a 17 giorni medi dalla presentazione della nota. L’unica altra amministrazione regionale nel gruppo dei migliori è la Lombardia, con saldi medi a ventidue giorni.

 

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