Associazione Fornitori Ospedalieri Regione Puglia

Puglia, ok definitivo ai 33 ospedali “riconvertiti”

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Stop ai ricoveri: diventano Pta, punti territoriali di assistenza.

 

 

(Gazzetta del Mezzogiorno – Massimiliano Scagliarini) – La rete dei Punti territoriali di assistenza sarà composta da 29 strutture, più altre quattro dedicate all’accoglienza dei pazienti post-acuti. La giunta regionale ha dato l’ok definitivo all’assetto degli ex ospedali riconvertiti, che ora dovranno essere trasformati secondo le nuove tabelle: via degenze e pronto soccorso, ospiteranno servizi di prossimità e – in alcuni casi – manterranno le sale operatorie per il day-surgery.

Parliamo degli ex ospedali (Rutigliano, Altamura, Gravina, Bitonto, Ruvo, Gioia, Noci, Grumo, Conversano, Minervino, Spinazzola, Trani, Torremaggiore, S. Marco in Lamis – Sannicandro Garganico, Monte S. Angelo, Troia/Accadia, Mesagne, Ceglie Messapica, Cisternino, Fasano, San Pietro Vernotico, Massafra, Mottola, Campi Salentina, Nardò, Poggiardo, Maglie e Gagliano del Capo) cui si aggiungono i Ppa (Presidi post-acuzie) di Canosa, Terlizzi, Triggiano e Grottaglie: attraverso questa rete la Regione dovrà assicurare l’assistenza territoriale.

 

Nei Ppa devono essere allocate tutte le funzioni che non necessitano di ricovero ospedaliero, oltre che i servizi di continuità assistenziale, l’assistenza specialistica, gli studi dei medici di base e dei pediatri di libera scelta, laboratori di analisi e prestazioni strumentali (ma l’assessorato ha ad esempio bocciato la proposta di installare a Canosa una nuova risonanza magnetica). Nei Pta, come la «Gazzetta» ha raccontato ieri, troveranno posto anche gli Ospedali di comunità, le 22 strutture di passaggio post-ricovero che comunque in Puglia non costituiscono una novità assoluta: dal 2012 opera quello di Cisternino, il primo al Sud Italia, che ha sviluppato una rete di rapporti funzionali con gli ospedali di Ostuni, Francavilla, Brindisi, Martina, Taranto e Acquaviva.

 

Negli ultimi sette-otto anni, ogni disattivazione di ospedale è stata accompagnata dalla conversione in Pta. La novità è che, in attuazione del Piano operativo concordato con i ministeri, la Regione ha effettuato una revisione complessiva dei servizi che va nella direzione di garantire la complementarietà, eliminando le sovrapposizioni. Tutti i Pta avranno ad esempio un Urp (l’Ufficio per le relazioni con il pubblico), e la cosiddetta Pua (Porta unica d’accesso) che rappresenta il punto di contatto per l’orientamento del paziente. In molti Pta verranno rinforzati gli ambulatori, sia con un maggior numero di specialità sia con l’incremento delle ore, mentre in alcuni verranno attivati consultori e centri di riabilitazione, oltre che servizi di igiene mentale. Le grandi macchine già attive (per esempio la Tac di Bitonto, Tac e risonanza a Conversano) rimarranno operative.

Terlizzi e Triggiano, che hanno strutture molto grandi (lo stesso discorso vale per Canosa), vedranno la disattivazione dei reparti per la conversione dei posti letto alla lungodegenza e la riabilitazione, più il centro risvegli-hospice in corso di realizzazione (Triggiano). Stesso discorso vale per Grottaglie, che ha già un reparto di lungodegenza e vedrà l’istituzione di servizi di riabilitazione ortopedica (anche ambulatoriale) e cardiologica, oltre che una serie di nuovi ambulatori specialistici.

Il processo di riconversione non sarà immediato, perché la disattivazione dei reparti di degenza ancora aperti comporta – tra l’altro – una diversa allocazione del personale che dovrà essere discussa con i sindacati.

Allo stesso modo, sarà necessario rivedere le convenzioni con i medici specialisti, mentre dovrà essere avviato il confronto per l’attivazione degli Ospedali di comunità, oltre che quello con i medici di base per il trasferimento degli ambulatori (in alcuni Pta è già stato effettuato). Esiste però un residuo di polemica politica collegato con la definitiva chiusura di alcuni ospedali (Grottaglie, ma anche Terlizzi): Michele Emiliano e i direttori generali delle Asl hanno incontrato i sindaci e i rappresentanti del territorio, ma è prevedibile che le proteste riprenderanno non appena verrà disposta la trasformazione dei reparti di degenza.

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