Associazione Fornitori Ospedalieri Regione Puglia

Puglia, Commissione sanità, proposta audizioni sulla legge 194/78

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Sarà necessario attivare sedute di ascolto nella III Commissione per aprire un focus sul tema dell’obiezione di coscienza in Puglia, non trascurando però il tema dell’interruzione di gravidanza collegato alle emergenze sociali ed economiche.

Questo è quanto emerso dal dibattito che la Commissione sanità presieduta da Paolo Pellegrino, sulla proposta di legge del consigliere Mino Borraccino “norme in materia di concreta attuazione di Puglia della legge 194/78”. Una iniziativa legislativa “resasi necessaria – ha detto Borraccino – a causa della sempre più frequente mancanza di disponibilità di medici a praticare le interruzioni di gravidanza, pur nella legittima scelta di obiezione di coscienza”.

Secondo il capogruppo del Partito democratico Paolo Campo, “pur condividendo l’impianto culturale della proposta del collega di Sinistra italiana, il problema va affrontato dati alla mano, nella piena consapevolezza dei numeri reali del fenomeno di obiezione e delle eventuali necessità in ogni singolo territorio, analizzando altresì il contesto socio economico culturale delle donne che hanno la necessità di ricorrere all’interruzione di gravidanza, per poter considerare le ragioni della scelta ed adottare eventualmente una rete di aiuti e supporti alla famiglia”.

Anche il consigliere Nino Marmo ha parlato della necessità di avere i dati reali a disposizione, sgombrando il campo da ogni possibile pregiudizio ideologico. “Nessuno mette in discussione la legge 194 – ha detto – ma non è possibile immaginare di effettuare concorsi con la riserva ai medici che dichiarino apertamente la non obiezione”. Per Marmo va affrontato il problema inverso, considerando che la Puglia è fra le prime regioni in Italia in termini di ricorso all’interruzione di gravidanza. “E allora – per il consigliere di Forza Italia – è importante mettere in campo tutte le politiche possibili in favore della famiglia con lo scopo di far crescere il numero della natalità per una prospettiva di vita futura”.

Il consigliere Giannicola De Leonardis sulla stessa lunghezza d’onda del consigliere Marmo. “In Puglia non vi è una carenza di medici abortisti, abbiamo il problema contrario della denatalità e per questo bisogna concentrarsi sugli aiuti alle famiglie”.

Il consigliere Marco Galante ha rimarcato la necessità di affrontare il tema della obiezione di coscienza, più in sintonia con il contenuto della legge Borraccino, pur approvando l’idea di accendere un focus in Commissione per approfondire ed effettuare delle verifiche sulle reali condizioni dell’applicazione della legge 194, “ascoltando fra gli altri – ha detto l’esponente del Movimento 5 stelle – la Consulta femminile, perchè la posizione delle donne su questa materia è fondamentale”.

Il vicepresidente della III Commissione, Luigi Manca ha sottolineato (parlando per esperienza personale in quanto medico ginecologo, prima ancora che chirurgo senologo) la necessità di comprendere la reale entità del problema in quanto non esiste una carenza di ginecologi, visti anche i consistenti tagli ai reparti, ma “molte scelte di obiezione – secondo Manca – sono dovute esclusivamente a questioni di opportunità e non a questioni di coscienza”. Anche Manca ha ribadito la necessità di “comprendere le ragioni della scelta di una donna di abortire, ascoltando anche eventualmente gli psicologi dei consultori che hanno certamente dati reali sul fenomeno”. “Molte donne abortiscono per questioni economiche – ha detto – quindi ben vengano gli aiuti alle famiglie”.

Il consigliere Marco Lacarra, segretario regionale del Pd, ha parlato della obiezione e della salvaguardia del principio sacrosanto di scelta anche dei medici. “Non dobbiamo confondere i piani – ha detto – da una parte c’è l’esigenza di tutelare il rispetto dell’applicazione della legge 194 e del diritto di scelta della donna, ma dall’altra anche l’obiezione non può non essere un tema culturale su cui riflettere”. Anche Lacarra ha parlato della crisi economica e delle difficoltà delle famiglia come una delle principali cause di interruzione di gravidanza.

Borraccino ha accettato la proposta del vicepresidente Pellegrino di aprire ad un tavolo di audizioni sul tema pur stigmatizzando “la necessità di non fermarsi al presunto furore ideologico o alla valutazione dell’ufficio legislativo del Consiglio regionale che ha definito la mi proposta ridondante e ideologica”. “Bisogna trovare il modo di obbligare i direttori generali ad adottare tutte le forme possibili per risolvere questo problema della carenza di ginecologi al servizio della legge 194” – ha concluso.

 

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