Associazione Fornitori Ospedalieri Regione Puglia

Pronto soccorso Mater Dei, Zullo: “L’arroganza rischia di colpire anche chi la imputa a Renzi”

Ignazio Zullo - Capogruppo Oltre con Fitto - Regione Puglia
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Ignazio Zullo - Capogruppo Oltre con Fitto - Regione Puglia
Ignazio Zullo – Capogruppo Oltre con Fitto – Regione Puglia

 

Dichiarazione del presidente del Gruppo regionale dei Conservatori e Riformisti, Ignazio Zullo.

“A volte, per il semplice fatto di essere consiglieri regionali, ci arroghiamo la presunzione di sapere e di capire tutto e di tutto.
Può essere capitato anche a me quando all’inizio del mio mandato nel 2005 mi spingevo a parlare di questioni che nella mia vita e nella mia professione non avevo mai trattato nonostante una lunga esperienza professionale da ufficiale sanitario mi avesse portato ad agire istituzionalmente in campi come l’urbanistica, l’ambiente, il commercio, l’artigianato e l’industria, le professioni etc. Successivamente, anche in forza di studi e di specializzazioni mediche mi sono formato e occupato di direzione, programmazione e organizzazione dei servizi sanitari e di medicina del lavoro. Eppure tante volte, dopo un confronto con colleghi o con funzionari e dirigenti regionali mi chiedo se non fossi stato arrogante nel presentarmi come il “saputo” di turno.

Ma l’arroganza che i fautori del NO, primi fra tutti i grillini, attribuiscono a Renzi rischia di cogliere ognuno di noi se non sappiamo riconoscere i nostri limiti e il perimetro dentro il quale possiamo muoverci.

Sparare a zero sul Pronto soccorso della Mater Dei sulla base di un periodo di attività molto breve non ha molto senso per due ordini di ragione. La prima perché una funzione di emergenza-urgenza e di area critica deve necessariamente inserirsi in un sistema assistenziale per gradi, poiché in sanità per ogni processo organizzativo e riorganizzativo vanno tarate passo dopo passo procedure, protocolli, funzionalità organizzative, tecnologiche e strutturali con continui e immediati adattamenti risolutivi e guai se un pronto soccorso fosse assalito dal primo giorno da quantità rilevanti di accesso. La seconda sta nel fatto che un Pronto soccorso non agisce da sé e per sé ma è all’interno del sistema di emergenza-urgenza 118 che coordina le attività e i soccorsi attraverso la centrale operativa che credo stia calibrando gradualmente l’inserimento di un nuovo pronto soccorso nel sistema dell’emergenza.

Il tema del confronto è diverso e a mio avviso e va spostato in altre direzioni: è giusto avere una sanità privata senza pronto soccorso che faccia solo attività di elezione e programmata scaricando sul pubblico l’emergenza? Io dico di no, troppo comodo per il privato, troppo oneroso per il pubblico.

Ed ancora: i fondi impiegati per un pronto soccorso nascente sono da considerarsi una spesa o un investimento? Io propendo per la seconda e un tempo più lungo di valutazione potrà dirci se è un investimento riuscito.

E potrebbe sorgere anche un’altra domanda: avremmo potuto potenziare i pronto soccorsi degli ospedali pubblici baresi? Il blocco delle assunzioni che strozza la Puglia e il limite di spesa del personale non l’avrebbe consentito ammesso che avessimo avuto la disponibilità di spazi e attrezzature adeguate per non far pestare i piedi agli operatori negli ospedali pubblici di Bari nonché di specialità di diagnosi e cura post-accesso al Pronto Soccorso in altri presidi ospedalieri considerati di base.

C’è infine una domanda alla quale dobbiamo rispondere: serviva alla città di Bari un altro Pronto Soccorso? Sono fermamente convinto di sì perché i tempi di attesa ai tre della città di Bari o al Miulli di Acquaviva lo richiedevano.
L’esito del referendum confermativo ci consegna una lezione. Io la voglio cogliere. Altri vorrebbero impartirla a Renzi ma non a sé stessi”.

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