Associazione Fornitori Ospedalieri Regione Puglia

Pagamenti alle imprese, meno ritardi con il monitoraggio di Siope+

Beppe Marchitelli - Presidente A.F.O.R.P.
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(La Stampa) – La Commissione Ue ha deciso a inizio dicembre di portare l’Italia davanti alla Corte di giustizia europea per i “ritardi sistematici” dei pagamenti alle imprese da parte della pubblica amministrazione. Un problema annoso che il ministero dell’Economia punta a risolvere anche attraverso un nuovo sistema di monitoraggio dei pagamenti dei debiti della Pa, che si chiama Siope+. Il sistema ha l’obiettivo di rendere più efficiente il monitoraggio dei pagamenti delle fatture e consentire una misurazione puntuale dei tempi di pagamento degli enti pubblici, cercando di conseguenza di evitare ritardi e di rientrare nei parametri di 30-60 giorni stabiliti dall’Unione europea.

 

 

Il sistema – presentato nel corso di un seminario al Mef – è stato sperimentato su alcuni enti locali e da gennaio partirà a regime in tutte le Regioni, province e città metropolitane. Nel corso del 2018 verrà poi esteso ai Comuni e al Sistema sanitario nazionale. “Lavoriamo su questo sistema da più di un anno – spiega Daniele Franco, ragioniere generale dello Stato – Il progetto mira a portare la pubblica amministrazione italiana a rispettare i tempi previsti dalla direttiva europea”. La direttiva stabilisce un termine massimo di 60 giorni per il pagamento di beni e servizi da parte della mano pubblica, ma in Italia oggi la media è di 100 giorni. La Commissione il 7 dicembre ha deciso di portare il nostro paese davanti alla Corte di giustizia, a tre anni dall’apertura della procedura d’infrazione nel 2014.

L’evoluzione del sistema Siope+ è stato messo a punto dalla Ragioneria dello Stato e dalla Banca d’Italia: permette di acquisire informazioni tempestivamente, quando i pagamenti sono effettuati dal tesoriere/cassiere, ed automaticamente, senza chiedere agli enti l’elaborazione di appositi dati e prospetti. Allo stesso tempo assolve e semplifica l’obbligo delle pubbliche amministrazioni di trasmettere alla piattaforma dei crediti commerciali le informazioni riguardanti i pagamenti delle proprie fatture.

Secondo i dati illustrati da Bankitalia, il 40% degli enti pubblici utilizza ancora strumenti cartacei per comunicare con i tesorieri e, in base alle elaborazioni Anci-Ifel, ad usare comunemente il mandato cartaceo è il 33% dei Comuni. La percentuale è destinata a scendere fino ad annullarsi, anche perché la fase di sperimentazione avviata da luglio di quest’anno in poche amministrazioni non ha mostrato grandi intoppi. Dal primo gennaio si passerà quindi da 30 a 140 enti coinvolti.

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