Associazione Fornitori Ospedalieri Regione Puglia

Linea dura del Dipartimento Salute, gli operatori sanitari non vaccinati non potranno lavorare nei reparti con pazienti Covid

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Secondo quanto riferisce il quotidiano “Repubblica Bari”, una circolare invita tutte le strutture sanitarie ad adeguarsi al Protocollo di sorveglianza sanitaria. Ordinato un trasferimento temporaneo per tutti gli operatori che non hanno ricevuto le dosi

(Repubblica Bari) – Gli operatori sanitari non vaccinati non potranno lavorare nei reparti che gestiscono «casi sospetti o confermati di Covid 19»: la Regione procede decisa sulla strada per il contenimento del virus in ambienti sanitari e blocca di fatto i medici No vax. E se la vaccinazione — per legge — non può essere imposta come obbligo, l’ostacolo viene aggirato con una circolare firmata dal direttore del dipartimento Salute, Vito Montanaro, e dai dirigenti Nehludoff Albano e Onofrio Mongelli che invita Asl, aziende universitarie, Ircss ed enti ecclesiastici ad adeguarsi al Protocollo di sorveglianza sanitaria aggiornato di recente.

 

Nel documento è scritto che le aziende sanitarie possono spostare medici, infermieri e operatori «non sottoposti a vaccinazione anti-Covid, al fine di tutelare la salute degli stessi, nelle more dell’immunizzazione». Più precisamente, il medico competente, cioè il responsabile della sicurezza, «sentita la direzione strategica, può limitare temporaneamente l’assegnazione presso Unità operative deputate alla gestione di casi sospetti e/o confermati di Covid». Un diktat che lascia spazio a poche interpretazioni, considerato che i casi sospetti o confermati di Coronavirus potrebbero esistere in qualunque reparto ospedaliero e dunque tutti gli operatori sanitari potrebbero essere non ritenuti idonei se non vaccinati.

 

La questione, in realtà, si snoda in un intrico di norme, alle quali dovrebbe aggiungersi una legge regionale (già approvata in commissione Sanità su proposta del dem Fabiano Amati e presto all’attenzione del Consiglio) che estende la legge 27 del 2018 sugli obblighi di vaccinazione degli operatori sanitari alla vaccinazione anti-Covid. Attualmente la Puglia vieta l’accesso ai reparti ospedalieri più sensibili a coloro che rifiutano i vaccini contro l’epatite B, il morbillo, la parotite, la rosolia, la varicella, la difterite, il tetano, la pertosse, l’influenza e la tubercolosi. Si tratta di un’organizzazione dei servizi sanitari della Regione, che non invade il campo delle competenze statali e per questo è difficilmente impugnabile.

E lo stesso dovrebbe accadere per la vaccinazione ant-Covid: senza introdurre obblighi, si farebbe leva sul fatto che la pratica vaccinale è fortemente raccomandata dallo Stato per prevenire le epidemie in ambito nosocomiale. Un modo per aggirare possibili barricate giudiziarie da parte dei medici e degli operatori No vax. Che in realtà sono una sparuta minoranza, a giudicare dai numeri della campagna vaccinale ospedaliera in atto.

 

In alcune strutture del Barese sono state raggiunte quote del 99 per cento del personale sanitario. In altre, come nel Brindisino, al momento ci si attesta all’80. Proprio da Brindisi, nei giorni scorsi, è arrivata una lettera di «personale sanitario non vaccinato», che chiede al presidente nazionale dell’Ordine dei medici, Filippo Anelli, di prendere provvedimenti contro il presidente dell’Ordine locale, Arturo Oliva, che aveva sollecitato rigore contro i medici che rifiutavano il vaccino.

I firmatari spiegano che il no non è rivolto contro il vaccino in genere ma contro quello della Pfizer, «immesso in commercio da una ditta farmaceutica discutibile, con quasi zero sperimentazione», e che tale posizione «non prescinde dal partecipare a future vaccinazioni». Si paventano anche azioni legali ma la Regione, al momento, si ritiene blindata. Per questo il capo del dipartimento Salute ha inviato il nuovo protocollo, lasciando a ogni azienda il compito di capire dove e come spostare eventuali No vax.

 

 

A campagna vaccinale ancora in corso, pare siano piuttosto pochi. Nella Asl di Bari, per esempio, secondo le stime di qualche giorno fa, risultava che soltanto il 2 per cento degli operatori sanitari non si era messo in lista. Nella Bat, a vaccinazioni concluse, le due dosi sono state somministrate al 95 per cento del personale sanitario. E nel mancante 5 sono conteggiate anche persone che in malattia o non hanno potuto ricevere la dose a causa di patologie. Al Policlinico di Bari sono stati vaccinati 5.849 operatori su 5.596 prenotati; in quello di Foggia 3.473 (di cui 593 medici, 792 infermieri e 286 operatori socio-sanitari). Numeri che fanno ben sperare le aziende e che in ogni caso non mettono gli oppositori al riparo dai provvedimenti di esonero.

 

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