Associazione Fornitori Ospedalieri Regione Puglia

LA SPESA LIEVITA IN CORSIA

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 I farmaci acquistati dagli ospedali sono i più innovativi e cari La spesa lievita in corsia, il «tetto» è troppo basso La spesa farmaceutica ospedaliera è da qualche anno ormai il primo e vero tormento per i governatori dei conti che non tornano per pillole e sciroppi pagati dallo Stato. O meglio: a carico delle Regioni, perché è proprio sui loro già magri bilanci che per il momento va a scaricarsi il disavanzo inevitabilmente registrato a fine anno. Ed è un deficit da capogiro: già solo a leggere i dati dei primi tre mesi dell`anno, la spesa per i farmaci acquistati dagli ospedali corre a fine 2011 verso un rosso tra i 2,2 e i 2,4 miliardi di euro. In pratica viaggia a ritmi pari quasi al doppio del budget. Contro un tetto (sull`intera spesa sanitaria) oggi del 2,4%, il ritmo di spesa è invece del 4,4 per cento. Un disastro finanziario. Naturalmente col solito saliscendi di risultati tra le Regioni. Nelle Marche la spesa sta al 6,1 del budget, in Molise al 2,8. E allora sicuramente non è un caso il blitz del Governo nel decreto salva conti pubblici, che recepísce in pieno iproblemi ditenuta dei bilanci invocati dai governatori almeno sulla spesa farmaceutica.

Dal 2013 quel disa- vanzo della farmaceutica ospedaliera potrà infatti in parte cambiare “responsabili”. O meglio, avere altri “co-responsabili”: se oggi il buco miliardario è interamente addossato sulle spalle delle Regioni, dal 2013 per il 35% 10 pagherebbero invece anche le singole industrie farmaceutiche con la formula del pay back «in proporzione ai rispettivi fatturati per i farmaci ceduti alle strutture pubbliche», cioè in sostanza per le forniture agli ospedali. Ovvio che la misura – che vale circa 700-800 milioni di «tassa» su tutte le industrie farmaceuti- 1.242 milioni Nel trimestre. A tanto ammontala spesa farmaceutica ospedaliera a gennaio-marzo 2011 2,4% Il «tetto» di spesa.Incidenza programmata della spesa farmaceutica ospedaliera sul Fondo sanitario nazionale che – sia stata respinta al mittente dalle imprese. Insomma, se la spesa farmaceutica territoriale in farmacia riesce a reggere l`onda d`urto dei consumi che crescono grazie alla scadenza dei brevetti (e dunque ai prezzi sempre piùbassi) e anche per effetto del crescente peso dei ticket pagati dai cittadini, i conti peri farmaci in ospedale vanno invece a rotoli. O quanto meno, superano un «tetto» forse troppo basso rispetto alle necessità. Perché caricati ormai della vera innovatività farmaceutica, quella che costa di più e che riguarda del resto le patologie più gravi, in testa le oncologiche. Non è un caso se a impegnare il71% dell`intera spesa farmaceutica ospedaliera siano appena 30 categorie terapeutiche. E se ne bastano 6 per sommare il 34% di tutte le uscite del settore: anticorpi monoclonali (8,8%), inibitori della proteina chinasi (5,9%), altri preparati antianemici (5,4%), interferoni (4,9%), inibitotri del fattore alfa di necrosi tumorale (4,7%), antivirali per le infezioni da Hiv (4,2%).

FONTE:ILSOLE24ORE

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