Associazione Fornitori Ospedalieri Regione Puglia

Istat: l’aspettativa di vita aumenta di 5 mesi, l’età pensionabile salirebbe a 67 anni nel 2019

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Si vive più a lungo, quindi – in base a un controverso meccanismo automatico – la pensione si allontana. A 65 anni l’aspettativa di vita arriva a 20,7 anni, allungandosi di cinque mesi rispetto a quella registrata nel 2013. Lo rileva l’Istat confermando le stime. Dunque sulla base delle regole attuali l’età per la pensione di vecchiaia dovrebbe arrivare a 67 anni nel 2019.

 

Istat: 2016 anno più favorevole a vita rispetto a ultimi 4

Il 2016 è stato l’anno più favorevole tra gli ultimi quattro sotto il profilo della sopravvivenza. Il tasso standardizzato di mortalità è pari all’8,2 per mille, inferiore anche a quello riscontrato nel 2014 (8,4 per mille). Il picco di mortalità del 2015, anno in cui si rileva un tasso standardizzato dell’8,8 per mille risulta riassorbito. Lo certifica l’Istat nel report sugli indicatori di mortalità della popolazione.

 

Le donne vivono 4,4 anni in media più degli uomini

L’istituto di statistica precisa che nel 2016 tassi (standardizzati) di mortalità più alti si riscontrano nel Mezzogiorno (8,8 per mille). Particolare peso specifico in questo contesto è quello assunto dalla Campania (9,6 per mille) e dalla Sicilia (9 per mille). La speranza di vita alla nascita si attesta a 82,8 anni (+0,4 sul 2015, +0,2 sul 2014) e rispetto al 2013 risulta essersi allungata di oltre sette mesi. La speranza di vita alla nascita risulta come di consueto più elevata per le donne – 85 anni – ma il vantaggio nei confronti degli uomini – 80,6 anni – si limita a 4,4 anni di vita in più.

 

 

Istat: abbattuta di 7 volte possibilità morte neonati rispetto al 1976

Rispetto a 40 anni fa la probabilità di morire nel primo anno di vita si è abbattuta di oltre sette volte, mentre quella di morire a 65 anni di età si è più che dimezzata. Lo certifica l’Istat nel Report sugli indicatori della mortalità. Un neonato del 1976 aveva una probabilità del 90% di essere ancora in vita all’età di 50 anni, se maschio, e a quella di 59 anni, se femmina. Quaranta anni più tardi, un neonato del 2016 può confidare di sopravvivere con un 90% di possibilità fino all’età di 64 anni, se maschio, e fino a quella di 70, se femmina.

 

Calano i rischi di morte per gli ultrasessantenni

L’aumento della speranza di vita nel 2016 rispetto al 2015 si deve principalmente alla positiva congiuntura della mortalità alle età successive ai 60 anni. Il solo abbassamento dei rischi di morte tra gli 80 e gli 89 anni di vita spiega il 37% del guadagno di sopravvivenza maschile e il 44% di quello femminile.

 

Sindacati: bloccare l’aumento automatico dell’età

“Non tutti i lavori sono uguali, il Governo mantenga fede agli impegni assunti nell’intesa del 28 settembre 2016. L’adeguamento automatico dell’età pensionabile all’aspettativa di vita comporta conseguenze preoccupanti in un mercato del lavoro caratterizzato da un’elevata disoccupazione sia giovanile che over 50, e in cui sono ancora evidenti le ferite causate dall’aumento repentino dei requisiti pensionistici dovuto alla legge Monti-Fornero, che ha creato il drammatico fenomeno degli esodati”. Lo dichiarano, in una nota congiunta, i segretari confederali di Cgil, Cisl e Uil Roberto Ghiselli, Maurizio Petriccioli e Domenico Proietti. Le tre Confederazioni chiedono quindi “il blocco dell’adeguamento all’aspettativa di vita previsto per il 2019 e l’avvio del confronto per una modifica dell’attuale meccanismo per superare e differenziare le attuali forme di adeguamento, tenendo conto anche delle diversità nelle speranze di vita e nella gravosità dei lavori”.

 

Poletti: “Su età tempo lungo per valutare”

Per eventualmente intervenire sull’automatismo per l’aumento dell’età pensionabile, legato al dato Istat diffuso oggi, “i tempi per il parlamento o per le forze politiche che vogliono intervenire ci sono”. Se ne occuperà quindi il prossimo governo? “Non sono in grado di dirlo oggi. Posso solo dire che essendoci un anno di tempo abbondante davanti ci sono i tempi per una discussione su questo tema”. Così risponde il ministro del lavoro, Giuliano Poletti, a margine dell’assemblea di Confindustria Umbria.

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