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Indagine Fimmg: “Medici di famiglia sempre più telematici”

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Il 55% del campione afferma di inviare e ricevere telematicamente informazioni clinico-assistenziali dei pazienti.

 

(Quotidiano Sanità) – Il 55% del campione afferma di inviare e ricevere telematicamente informazioni clinico-assistenziali dei pazienti. Il 69% si dichiara interessato ad utilizzare uno strumento informatico per definire un Piano Assistenziale Individualizzato, usato al momento solo dal 9%. Questi i dati della ricerca del centro studi Fimmg-Osservatorio innovazione digitale in sanità del politecnico di Milano presentati oggi. Misericordia: “Medicina generale attenta alle evoluzioni dell’Ict

08 MAG – I medici di famiglia utilizzano sempre di più la condivisione telematica di documenti clinico-assistenziali. Senza considerare i dati inoltrati attraverso la normale attività prescrittiva (ricette dematerializzate), il 55% del campione afferma di inviare e ricevere telematicamente informazioni clinico-assistenziali dei pazienti, anche se solo il 19% riferisce di partecipare a Pdta condivisi.Il 69% dei medici si dichiara interessato ad utilizzare uno strumento informatico per definire un Piano Assistenziale Individualizzato (Pai), usato al momento solo dal 9%.Perplessità invece emergono sull’ipotesi di essere coinvolti direttamente nella prenotazione delle prestazioni, ritenuta praticabile dal 63% dei medici, solo ad alcune condizioni: disponibilità di personale di studio dedicato, massima rapidità nell’automatismo informatico della proposta dell’appuntamento, valorizzazione economica del compito, sono le condizioni più frequentemente riportate.

È quanto emerge dalla ricerca realizzata in collaborazione tra il Centro Studi della Fimmg e l’Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità del Politecnico di Milano, con il sostegno di Doxapharma, su 600 Mmg, presentata oggi a Milano.Dalla ricerca emerge inoltre che l’interazione con i pazienti viene svolta utilizzando sempre di più i mezzi che nella vita di tutti i giorni servono per comunicare: l’uso di WhatsApp: in particolare, appare in continua crescita ed è usato dal 63% dei medici del campione (53% nel 2017).

“L’indagine evidenzia ancora una volta la tendenza della MG, forse più di altri settori del mondo sanitario, ad allinearsi con le evoluzioni dell’ICT – ha affermato Paolo Misericordia, responsabile del Centro Studi della Fimmg – e questo avviene a fronte di competenze digitali che i medici stessi ritengono di non possedere su livelli elevati. Uno dei rischi maggiori, in questo momento, è che il Mmg venga trascinato, nella rincorsa di adeguamento a questi processi, in situazioni di difficoltà nella relazione con il paziente, anche alla luce degli aggiornamenti sugli obblighi nella tutela della privacy.

”A questo proposito il 61% del campione ritiene rilevante la minaccia di un attacco informatico e il 50% ha il timore che i dati dei propri pazienti possano, in qualche modo, essere sottratti. “L’utilizzo di strumenti digitali per comunicare con i propri pazienti è un segnale positivo di come i medici stiano sempre più acquisendo consapevolezza sull’importanza del digitale, che consente di rendere più veloce ed efficace lo scambio di informazioni – ha detto Chiara Sgarbossa, Direttore dell’Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità – si parla tuttavia di strumenti basilari, che spesso non necessitano di formazione specifica né di un cambiamento profondo a livello culturale.

È importante, invece, che i medici siano sempre più attenti alla propria formazione rispetto alle competenze digitali necessarie allo sviluppo di nuovi progetti di innovazione digitale utili a migliorare i processi e i servizi sanitari”.08 maggio 2018© Riproduzione riservataAltri articoli in Lavoro e Professioni

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