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IL GOVERNO VARA LA MANOVRA: SARÀ DA 36 MILIARDI

Matteo Renzi - Presidente del Consiglio
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Matteo Renzi - Presidente del Consiglio
Matteo Renzi – Presidente del Consiglio

La manovra 2015 lievita ancora, a 36 miliardi di euro. Una cifra ben superiore a quelle annunciate finora dallo stesso Matteo Renzi e che servirà, nelle intenzioni del governo, a riattivare l’economia. Niente nuove tasse quindi, ma anzi riduzione, drastica, della pressione fiscale per 18 miliardi, attraverso Irap, Irpef, detrazioni per le famiglie e decontribuzioni per le imprese.

TAGLI ALLE TASSE PER 18 MILIARDI

La legge di stabilità nasce con la volontà di dare una scossa all’economia e di spingere, in parallelo con il Jobs act, l’occupazione. Il taglio delle tasse va in questa direzione, per dare fiato alle famiglie, con la conferma del bonus Irpef da 10 miliardi di euro (di cui 7 da finanziare), e per sollevare anche le imprese da un carico fiscale considerato dal mondo imprenditoriale oppressivo e dalle conseguenze recessive. Nel 2014 il dl Irpef aveva privilegiato i consumi, nel 2015 la manovra sembra puntare dritta anche sugli investimenti, lasciando alle imprese maggiore liquidità possibile.

5 MILIARDI PER IL TAGLIO DELL’IRAP

Intanto si definiscono le misure. Al taglio dell’Irap – «un sogno che si avvera» per la Confindustria di Giorgio Squinzi – saranno forniti 5 miliardi sottraendo dall’imposta il costo del lavoro. Ma per rilanciare l’occupazione stabile, il governo punta anche ad assicurare alle imprese uno sgravio sui contributi, azzerati per tre anni per i neoassunti e ha previsto di stanziare 1,9 miliardi. «Caro imprenditore, assumi a tempo indeterminato? Ti tolgo l’articolo 18, i contributi e la componente lavoro dall’Irap. Mammamia, cosa vuoi di più. Ti tolgo ogni alibi e ti do una grande occasione», ha detto Renzi in conferenza stampa. Per favorire l’innovazione dovrebbe inoltre essere assicurato un credito d’imposta da 500 milioni l’anno per 5 anni per ricerca e sviluppo.

BONUS 80 EURO E FAMIGLIE

«Abbiamo confermato il bonus degli 80 euro, alla faccia di quelli che dicevano che non ce l’avremmo fatta», dice premier Matteo Renzi, spiegando che la misura varrà 9,5 miliardi. Una misura che riguarda 10 milioni di italiani. Circa 3 sono stati già coperti strutturalmente con la spending review di quest’anno. Renzi ha annunciato anche altri 500 milioni di detrazioni probabilmente per i nuclei familiari numerosi. Sembra ormai più che probabile inoltre l’operazione Tfr, che ha ottenuto anche il plauso del mondo bancario.

PARTITE IVA

La notizia, secondo Renzi, è il forfait per le partite Iva a basso livello di reddito: «Anziché spendere centinaia di euro di commercialista o decine di euro per altre spese ci sarà un regime forfettario: una riduzione di 800 milioni di euro per 900.000 partite Iva sotto i 15.000 euro».

GLI ECOBONUS

Per rilanciare gli investimenti pubblici a livello locale sarà inoltre garantito un allentamento del patto di stabilità interno per i Comuni tra 1,5 e 2,5 miliardi. Mentre per quelli privati saranno confermati ecobonus e bonus ristrutturazioni. Il conto sale inoltre di un altro miliardo per la stabilizzazione dei precari della scuola e di ulteriori 1,5 miliardi per i nuovi ammortizzatori del Jobs act. A sei miliardi ammontano le spese indifferibili e a 3 le eredità del governo Letta. Un miliardo sarebbe previsto per lo sblocco degli scatti delle forze dell’ordine, mentre l’aggiustamento dei conti a cui l’Europa ci obbliga richiede – nel migliore dei casi – risorse per almeno 1,5 miliardi. Novità anche sul fronte dei controlli fiscali, del ravvedimento e dell’Iva, con semplificazioni e cambiamenti anche per il cosiddetto «regime dei minimi» che ora paga le tasse a forfait.

LE COPERTURE

Sul fronte delle coperture ci sarebbero circa 15 miliardi di spending review, in gran parte su ministeri e enti locali, con 11,5 miliardi di deficit, con misure di lotta all’evasione (compresa le reverse charge sull’Iva ma probabilmente non solo) e con un probabile aumento del prelievo fiscale sulle slot machine. Anche la concessione del Tfr in busta paga (volontario e parziale) garantirebbe inoltre nuove entrate che oscillano tra 1,5 e 5 miliardi di euro. Indiscrezioni degli ultimi giorni parlano infine anche di un possibile aumento dell’imposizione fiscale sui rendimenti dei fondi pensione integrativi, dall’11,5% al 12,5%, che piace molto poco ai sindacati. Il sogno che si avvera per Susanna Camusso sarebbe una manovra «che crea lavoro», non quindi, a giudizio della Cgil, quella che il governo si appresta a varare.

IL NODO BRUXELLES

Ma certo tutto dovrà passare il vaglio di Bruxelles che oggi ha annunciato che rivedrà le proprie stime per ridefinire gli sforzi necessari per raggiungere gli obiettivi di bilancio del 2015. Né un’apertura, né una condanna preventiva, ma certo una presa d’atto delle condizioni macro economiche mutate.

Fonte:La Stampa

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