Associazione Fornitori Ospedalieri Regione Puglia

IL 63% DELLE CLINICHE PRIVATE POTREBBE PERDERE ACCREDITAMENTO

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 Il 63% delle cliniche private potrebbe perdere l’accreditamento con il Servizio sanitario nazionale. I nuovi standard ospedalieri redatti dal ministero della Salute e all’esame delle Regioni prevedono infatti che non possano essere più accreditate le cliniche private con meno di 80 posti letto per acuti (quelli che servono ai ricoveri).

Lo scrive Quotidianosanità.it, precisando che, sui dati del Ministero riferiti all’anno 2011, delle 406 strutture accreditate per le acuzie, per un totale di 28.945 letti per acuti, 257, pari appunto al 63,3%, hanno meno di 80 posti letto per acuti e non rientrano nel nuovo limite. In tutto potrebbero perdere la convenzione con il Ssn 10.412 posti letto per acuti, pari al 35,9% dei letti per acuti nel privato accreditato.

Contro il provvedimento si è subito scagliato il presidente della Lombardia Roberto Formigoni, scrivendo su Twitter: «Il ministro Balduzzi vuol tagliare i posti letto negli ospedali delle Regioni virtuose. Anche Napolitano si oppone. Non faremo passare i tagli». E Formigoni non è solo: secondo il presidente dell’Associazione dell’ospedalità privata (Aiop), Gabriele Pellissero, «ci sarebbe una perdita di circa 10 mila posti letto e altrettanti posti di lavoro. Si tratta di una ipotesi profondamente irrazionale e nociva».

NESSUN RISPARMIO. Secondo Pellissero «il vantaggio economico per il Servizio sanitario sarebbe pari a zero, se non dare un duro colpo a 250 aziende e far crollare l’offerta sanitaria del Paese. Siamo convinti», ha aggiunto, «che ci sia spazio per correggere un evidente errore che è frutto della rapidità con cui è stata messa a punto la bozza. Credo che le Regioni siano contrarie. È un provvedimento che ha il sapore degli anni ’80 e non tiene conto dei principi di programmazione sanitaria più aggiornata».

Per queste ragioni, continua Pellissero, «crediamo che il provvedimento debba essere profondamente rivisto. Più che di soglie si dovrebbe parlare di standard qualità e di sostenibilità. Inoltre, bisogna evidenziare come vi siano delle differenze elevate tra le strutture pubbliche e quelle private. Le prime sono pagate per costo mentre quelle private sono pagate a prestazione ed è del tutto evidente che un criterio dimensionale non ha una logica». Contro i nuovi standard si stanno mobilitando i lavoratori del settore. I posti letto in Italia diminuiranno già di 7.389 unità, per effetto del decreto sulla spending review. ricorda il ministero della Salute. Se si tagliassero fuori anche le cliniche private piùpiccole, il taglio per gli utenti sfiorerebbe i 18mila posti letto in meno.

 

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