I REFERTI MEDICI VIAGGERANNO ONLINE
Le aziende sanitarie del Servizio sanitario nazionale devono adottare nuove procedure telematiche per consentire il pagamento online delle prestazioni erogate e la consegna dei referti medici tramite web, posta elettronica certificata o altre modalità digitali. Lo prevede l’articolo 6, comma 2, lettera d), nn. 1 e 2 del decreto Sviluppo. |
Tra i principi epressamente richiamati, l’articolo 63 del Codice impone alla Pa di individuare le modalità di erogazione dei servizi in rete in base a criteri di efficacia, economicità e utilità e nel rispetto dei princìpi di eguaglianza e non discriminazione, tenendo comunque presenti le dimensioni dell’utenza, la frequenza dell’uso e l’eventuale destinazione all’utilizzazione da parte di categorie in situazioni di disagio.
Considerato che i principali utenti dei servizi sanitari sono le fasce deboli della popolazione (anziani ed ammalati), quest’ultima previsione appare di particolare rilievo: per chi non sa o non vuole impiegare gli strumenti informatici è previsto il diritto di ricevere, anche a domicilio, copia cartacea del referto.
Una ulteriore possibilità da esplorare è la previsione dell’articolo 1, comma 2, lettera f) del Dlgs 153/2009 (nuovi servizi in farmacia) che prevede la possibilità per gli assistiti di avvalersi della rete anche informatica delle farmacie per prenotazioni, pagamento e ritiro dei referti, coniugando così la capillarità delle farmacie con l’efficienza dell’informatica.
Come ha sottolieato il Garante della privacy, i nuovi servizi delle farmacie devono infatti puntare in modo significativo sulle infrastrutture telematiche, garantendo la massima sicurezza dei dati. Già esistono varie esperienze locali, che potrebbero essere estese a tutto il territorio nazionale.
Sul piano opertivo, come previsto dal Codice della Pa digitale (articolo 64) l’accesso ai sistemi online potrà avvenire tramite la carta d’identità elettronica e la carta nazionale dei servizi, oppure con altri strumenti di identificazione informatica sicura.
Il decreto, poi, vieta nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica: con il rischio, quindi, che le norme restino, per lungo tempo, solo sulla carta, o che i relativi oneri finiscano per gravare o sui cittadini, o sugli operatori privati. Sempre che le Asl non riescano a realizzare risparmi con cui finanziare l’innovazione.
FONTE:ILSOLE24ORE
Comments are closed.