Associazione Fornitori Ospedalieri Regione Puglia

Covid. Schillaci prima difende Gemmato ma poi ribadisce: “Grazie ai vaccini in Italia evitati circa 150 mila decessi”

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Dal 1° dicembre al via la nuova campagna vaccinale del ministero

 

Quanto all’uso obbligatorio delle mascherine chiarisce: “Mai questo Governo e mai io abbiamo pensato di abbandonare l’uso delle mascherine negli ospedali e nelle Rsa”. E poi: “Nel rispetto del mandato che ho recentemente assunto come Ministro della Salute e nel rispetto della mia professione di medico, nessuna mia iniziativa potrà mai pregiudicare il diritto costituzionalmente garantito alla salute e alle cure di tutti i cittadini italiani”. Così il ministro della Salute rispondendo alla Camera all’interpellanza di Serracchiani (PD).

18 NOV – (Quotidiano sanità) – Prima difende il sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato, “le cui dichiarazioni sono state evidentemente decontestualizzate, ha già avuto modo di smentire qualsivoglia malevola interpretazione”. Poi però sottolinea: “È appena il caso di aggiungere che anche le più recenti analisi dell’Istituto superiore di sanità compendiate nella nota tecnica ‘Infezioni da Sars-CoV-2, ricoveri e decessi associati a Covid-19 direttamente evitati dalla vaccinazione in Italia 27/12/2020-31/1/2022’, consentono di stimare che la campagna vaccinale contro il Covid-19 in Italia ha permesso di evitare, nel periodo sopraindicato, oltre 500 mila ospedalizzazioni, oltre 55 mila ricoveri in terapia intensiva e circa 150 mila decessi”.

Così il ministro della Salute Orazio Schillaci, rispondendo oggi in aula alla Camera all’interpellanza presentata a prima firma da Debora Serracchiani (PD), ha fatto il punto sull’attuale situazione Covid smentendo anche la volontà del Governo di eliminare l’uso obbligatorio delle mascherine all’interno di ospedali e Rsa, e annunciando l’avvio dal 1° dicembre prossimo di una campagna di sensibilizzazione istituzionale sulle vaccinazioni.

Di seguito la risposta integrale del ministro Schillaci.

“Grazie, Presidente; ringrazio gli onorevoli interpellanti per aver sollevato una tematica di grande rilevanza e di impatto che mi consente, oggi, di fornire tutti gli elementi utili a dipanare eventuali equivoci che si sono generati. Intanto, prima di leggere il mio testo vorrei ribadire chiaramente che mai questo Governo e mai io abbiamo pensato di abbandonare l’uso delle mascherine negli ospedali e nelle RSA; anzi, nella circolare che ho firmato il 31 ottobre scorso ho parlato, non solo, dell’endemia, oggi, da COVID-19, ma anche dell’avvicinarsi della stagione influenzale. D’altronde, le mascherine sono sempre state un presidio molto utile negli ospedali, anche prima della pandemia da COVID-19.

Inizio, ricordando che, a seguito dell’ordinanza della Presidenza del Consiglio dei ministri n. 640 del 27 febbraio 2020, l’Istituto superiore di sanità, dal 28 febbraio 2020, coordina un sistema di sorveglianza che integra a livello individuale i dati microbiologici ed epidemiologici forniti dalle regioni e province autonome e dal Laboratorio nazionale di riferimento per SARS- COV-2 dell’Istituto superiore di sanità. Dal febbraio 2020, l’Istituto superiore di sanità pubblica settimanalmente un report esteso sull’andamento delle infezioni da COVID.

Ciò premesso, in merito al quesito relativo alla pubblicazione giornaliera dei dati aggregati, preciso che la raccolta di dati per la sorveglianza integrata del SARS-COV-2 e per il monitoraggio della situazione epidemiologica e delle condizioni di adeguatezza dei sistemi sanitari regionali continua ad essere giornaliera, come disposto dal decreto-legge 24 marzo 2022, n. 24, convertito dalla legge 19 maggio 2022, n. 52, all’articolo 13, comma 7. Pertanto, solo la pubblicazione dei dati, a partire dal 28 ottobre 2022, avviene con cadenza settimanale, ma i dati sono comunque sempre disponibili e su richiesta ostensibili.

Attualmente, le modalità di gestione e divulgazione delle informazioni rilevate tramite la sorveglianza COVID-19 basata sui dati aggregati prevedono: la pubblicazione settimanale, il giorno di venerdì, degli open data sulla piattaforma GitHub – il formato dei dati pubblicati sulla piattaforma non varia e viene quindi resa disponibile l’informazione granulare relativa ai dati giornalieri per il periodo relativo ai sette giorni antecedenti alla data di pubblicazione, dal venerdì della settimana precedente al giovedì della settimana corrente; questa modalità permette di rendere fruibili i dati sia per la comunità scientifica sia per tutte le organizzazioni che realizzano analisi, utilizzando come fonte dati la sorveglianza COVID-19 basata su dati aggregati – e l’aggiornamento settimanale, sempre il venerdì, delle dashboard ArcGIS COVID-19 Italia. Anche su queste i dati sono pubblicati, mantenendo il formato originario e la granularità quotidiana per l’intervallo temporale che va dal venerdì della settimana precedente al giovedì della settimana corrente.

Ribadisco che rimane garantita la possibilità alle autorità competenti di acquisire in qualsiasi momento le informazioni necessarie anche quotidiane. Tra l’altro, ho più volte dichiarato che qualora ci fossero degli scostamenti significativi sui dati giornalieri, sarei io il primo a darne informazione.

Ricordo, inoltre, che sono attualmente operanti il sistema di monitoraggio settimanale del rischio COVID-19 e la cabina di regia composta da esperti del Ministero della Salute, dell’Istituto superiore di sanità e da rappresentanti delle regioni. Tale sistema, che integra dati derivanti da molteplici flussi informativi, si è dimostrato efficace nell’anticipare di alcune settimane la rilevazione degli aumenti nell’incidenza di casi gravi e di decessi. La cabina di regia ha chiesto, sin dal 22 luglio 2022, una semplificazione del monitoraggio, con l’utilizzo di alcuni parametri epidemiologici senza soglie predefinite, quali l’incidenza settimanale, l’Rt, l’impatto della vaccinazione, la stima della letalità, la percentuale di positività al test, il tasso di occupazione dei posti letto in area medica e in terapia intensiva.

I dati più recenti discussi in cabina di regia nella riunione dello scorso 11 novembre, relativi alla settimana dal 31 ottobre al 6 novembre, delineano il seguente quadro epidemiologico che qui riporto: incidenza sostanzialmente stabile, i dati del flusso dell’Istituto superiore di sanità nel periodo 31 ottobre – 6 novembre evidenziano un’incidenza in diminuzione, pari a 276 per 100 mila abitanti, rispetto alla settimana precedente che era di 331 per 100 mila abitanti nel periodo 24 ottobre – 30 ottobre; Rt in diminuzione e al di sotto della soglia epidemica nel periodo 19 ottobre – 1 novembre 2022; anche l’indice di trasmissibilità basato sui casi con ricovero ospedaliero diminuisce e si trova sotto la soglia epidemica; in lieve diminuzione è il tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva a livello nazionale; in lieve diminuzione il tasso di occupazione in aree mediche COVID-19 a livello nazionale – era del 10 per cento il giorno 8 novembre, rispetto al 10,5 per cento del giorno 1° novembre.

Con riferimento, poi, alla necessità di ribadire l’importanza della vaccinazione anti-COVID-19 per il contrasto all’epidemia, posso con serenità affermare che in nessun momento essa è stata messa in discussione dal Governo, dal Presidente del Consiglio dei ministri e dal sottoscritto. Anche il Sottosegretario di Stato, le cui dichiarazioni sono state evidentemente decontestualizzate, ha già avuto modo di smentire qualsivoglia malevola interpretazione. È appena il caso di aggiungere che anche le più recenti analisi dell’Istituto superiore di sanità compendiate nella nota tecnica “Infezioni da SARS-CoV-2, ricoveri e decessi associati a COVID-19 direttamente evitati dalla vaccinazione in Italia 27/12/2020-31/1/2022”, consentono di stimare che la campagna vaccinale contro il COVID-19 in Italia ha permesso di evitare, nel periodo sopraindicato, oltre 500 mila ospedalizzazioni, oltre 55 mila ricoveri in terapia intensiva e circa 150 mila decessi.

Questi dati confermano l’importanza della vaccinazione nel prevenire nuove infezioni, ricoveri in terapia intensiva e decessi. Alla data dello scorso 16 novembre, nel corso dell’attuale campagna vaccinale anti-COVID-19 in Italia sono state somministrate 142.331.373 dosi. Il ciclo vaccinale è stato completato da 48.702.525 persone, pari al 90,20 per cento della popolazione over 12. La prima dose di richiamo (booster) è stata effettuata da 40.316.426 persone, pari all’84,51 per cento della popolazione potenzialmente oggetto di dose addizionale o booster, che ha ultimato il ciclo vaccinale da almeno quattro mesi. La seconda dose di richiamo è stata somministrata a 4.698.063 persone, pari al 24,57 per cento della popolazione potenzialmente oggetto della seconda dose di richiamo che ha ultimato il ciclo vaccinale da almeno quattro mesi. Inoltre, il 32,27 per cento della popolazione di 5-11 anni ha completato il ciclo vaccinale primario, sono 1.289.402 soggetti. Relativamente alla prosecuzione della campagna vaccinale anti-SARS-CoV-2/COVID-19, questa prevede attualmente la somministrazione della seconda dose di richiamo, con vaccino a m-RNA bivalente con raccomandazione specifica per tutte le persone di età sopra i 60 anni, per le persone con elevata fragilità motivata da patologie concomitanti/preesistenti di età maggiore di 12 anni, per gli operatori sanitari, gli ospiti e operatori delle strutture residenziali e le donne in gravidanza.

Inoltre, i vaccini bivalenti possono essere resi disponibili su richiesta dell’interessato, come seconda dose di richiamo, per la vaccinazione dei soggetti di almeno 12 anni di età. La somministrazione di un’ulteriore dose di richiamo con vaccino a m-RNA bivalente è raccomandata per le persone dagli 80 anni in su, gli ospiti delle strutture residenziali per anziani e le persone dai 60 anni in su con fragilità motivata da patologie concomitanti/preesistenti, che abbiano già ricevuto una seconda dose di vaccino a m-RNA monovalente. Inoltre, su richiesta dell’interessato, anche tutti gli altri soggetti ultrasessantenni che hanno già ricevuto un secondo richiamo potranno vaccinarsi con un’ulteriore dose di vaccino. Relativamente ai soggetti con marcata compromissione della risposta immunitaria, per cause legate alla patologia di base, o a trattamenti farmacologici, e ai soggetti sottoposti a trapianto emopoietico o di organo solido, è raccomandata una dose di richiamo, dietro valutazione e giudizio clinico specialistico, ai soggetti che hanno già ricevuto un ciclo primario di tre dosi (ciclo primario standard più dose addizionale), e una successiva ulteriore dose di richiamo.

Quanto alle strategie di comunicazione, anticipo che dal 1° dicembre prossimo venturo il mio Dicastero, in collaborazione con il Dipartimento per l’informazione e l’editoria della Presidenza del Consiglio dei ministri, avvierà una campagna di comunicazione mediante spot televisivi e radiofonici, da diffondere sia sulle reti Rai che sugli altri network nazionali e locali, per promuovere la vaccinazione anti-COVID-19 e la vaccinazione antinfluenzale. Nella campagna informativa, che sarà la principale per il periodo dicembre 2022-gennaio 2023, verrà anche ricordato che le due vaccinazioni, quella anti-COVID-19 e quella antinfluenzale, possono essere eseguite in una sola seduta. Tale iniziativa fa seguito agli ordinari strumenti di comunicazione del Ministero della Salute sia web che social, da sempre finalizzati a promuovere il vaccino anti-COVID-19 e, in questo periodo, anche il vaccino antinfluenzale.

Concludo, sulla base degli elementi informativi che ho reso, rassicurando gli onorevoli interpellanti che, nel rispetto del mandato che ho recentemente assunto come Ministro della Salute e nel rispetto della mia professione di medico, nessuna mia iniziativa potrà mai pregiudicare il diritto costituzionalmente garantito alla salute e alle cure di tutti i cittadini italiani”.

In sede di replica Arturo Scotto (PD-IDP) ha risposto: “Penso che a lei si possa dire senza timore di smentita. Non sono soddisfatto, signor Ministro. Ho la sensazione che chi è decontestualizzato sia lei, non il suo Sottosegretario, perché lei si muove dentro uno schema in cui ci sono elementi di continuità oggettivi. Ha annunciato una campagna di informazione per il vaccino, per la quarta dose. Vorrei ricordarle che siamo molto indietro in questo momento: sulla quarta dose l’Italia è al 25 per cento rispetto alla media degli altri Paesi europei, il 37 la Francia, la Spagna il 38, la Germania il 34. Negli anni precedenti siamo stati – lo ha detto lei correttamente – il primo Paese al mondo sulla prima, la seconda e la terza dose. Oggi siamo indietro. Lo sa perché? Perché non si può dirigere un Dicastero delicato come quello della salute con messaggi polifonici o con ambiguità come le dichiarazioni che sono state rilasciate dal suo Sottosegretario.

Non so dove abbia letto le smentite di Gemmato, ma, quando dice “io non cado nella trappola di schierarmi a favore o contro”, e il giorno dopo questa sarebbe la smentita, signor ministro? “Il tema dei vaccini non è più attuale, ma un cittadino che lo guarda alla televisione per quale motivo dovrebbe recarsi al centro vaccinale e confermare la quarta dose?” Per quale motivo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)? Dunque noi ci troviamo di fronte a un Ministero gestito da lei, che viene dalla comunità scientifica, che ha una storia indiscutibile nell’Istituto superiore di sanità, che è stato e che è – lo ha confermato – uno dei sostenitori dell’evidenza scientifica, di un patto tra politica e scienza, che è quello che regge il patto di cittadinanza, e poi c’è un altro signore, che gestisce il Ministero con lei, che strizza l’occhiolino ai no-vax. Questa contraddizione è irrisolvibile, o se ne va lei o se ne va il suo Sottosegretario (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

Il principio cardine di qualsiasi democrazia è la trasparenza e l’accessibilità ai dati, le dittature negano la trasparenza e l’accessibilità ai dati. L’attuale Presidente del Consiglio e diversi suoi Ministri – lo ha detto il collega Furfaro – nei mesi precedenti parlavano di dittatura sanitaria. Il principio delle dittature è negare l’accessibilità ai dati, lo ribadisco. Non si capisce per quale motivo, visto che la comunità scientifica ha bisogno di quei dati per studiare, i bollettini non debbano essere giornalieri, e perché, per quale bandierina ideologica, si è deciso di cambiare registro.

Lo dica al suo Sottosegretario, lo dica al suo Presidente del Consiglio. Ora state per fare la legge di bilancio, ci sono cose che non si possono condonare. Il COVID non è una cartella esattoriale da rottamare e i dati non sono contante da alzare o abbassare a vostro piacimento. Dietro quei numeri ci sono le persone.

Soprattutto, lo dica al Presidente del Consiglio e al Ministro dell’Economia, che tra i dati che lei non ha citato, ce ne è uno a cui teniamo particolarmente: 2021-2022, l’Italia, attraverso i Governi che si sono succeduti e il suo Ministro della Salute, Roberto Speranza, hanno messo risorse sulla salute pubblica che hanno portato il nostro Paese al 7 per cento del PIL in rapporto alla spesa sanitaria, sopra la media europea. Se la sente di confermare questo dato? Se la sente di dirci che, nel 2023, saremo ancora sopra la media europea, oppure confermerà quello che c’è nel vostro programma elettorale, che il Servizio sanitario nazionale non è nemmeno citato? Vede, le proponiamo una cosa molto semplice in questa legge di bilancio, di introdurre un meccanismo di adeguamento automatico delle risorse sanitarie che tengano sempre la spesa sopra il 7 per cento, così – e vado a chiudere – si eviteranno non soltanto questi episodi singolari che abbiamo citato e che sono il segno di un degrado, di una sottovalutazione, appunto, di un condono – il rientro dei medici no-vax, la fine dell’obbligo vaccinale per i medici e dei bollettini -, ma l’idea che la centralità dei beni comuni e della salute non è più prioritario per questo Governo.

Signor Ministro, se lei smentirà questo andazzo, questa impostazione, che è stata, nei fatti, confermata anche nel discorso di insediamento di Giorgia Meloni, quando sostanzialmente sul tema della salute sono state dedicate due righe e mezzo, se lei smentirà questo dato, noi la sosterremo, le diremo di andare avanti, perché la sua storia dice questo e perché noi non faremo mai un’opposizione contro gli interessi del Paese, a differenza di come avete fatto voi. Se, invece, ci smentirete, farete l’opposto, riprenderete una politica di tagli, una politica nella quale la salute non sarà più centrale, troverete in noi una barriera, perché siamo un’opposizione che mette al centro l’interesse generale e l’interesse generale si chiama diritto alla salute, come dice la nostra Costituzione, sulla quale lei ha giurato”.

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