Associazione Fornitori Ospedalieri Regione Puglia

Borraccino: “Meno ricoveri nelle REMS, più Progetti Terapeutico Riabilitativi Individuali predisposti da ASL pugliesi”

Cosimo Borraccino - Consigliere - Noi a Sinistra - Regione Puglia
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Cosimo Borraccino – Consigliere – Noi a Sinistra – Regione Puglia

Nota del consigliere regionale ed esponente di Sinistra Italiana Mino Borraccino.

“Presentata in Regione un’interrogazione di Sinistra Italiana sulle REMS (residenze per l’esecuzione della misura di sicurezza), strutture che hanno consentito il superamento delle OPG (Ospedali Psichiatrici Giudiziari), ma che necessitano di urgenti interventi per garantire una connotazione utile per i pazienti, che debba essere quanto più possibile di natura transitoria, quindi residuale.

I programmi delle Regioni dovevano focalizzare attenzione e investimenti delle REMS con percorsi di cura e riabilitazione individuali, necessari per evitare l’internamento e capaci di andare verso il potenziamento dei servizi socio-sanitari territoriali.

Si sarebbe dovuta aprire una nuova fase per applicare le nuove norme nello spirito della “legge 180”. Oggi invece assistiamo al quasi automatico trasferimento dei pazienti dagli OPG alle REMS.

Le REMS in tutt’Italia sono 23, di cui due in Puglia, attivate nel 2016: una pubblica a Spinazzola, con 20 posti, con una lista d’attesa (sino a poche settimane fa) di 28 persone, e una privata, convenzionata, a Carovigno di 20 posti, con una lista d’attesa di 10 persone.

Le persone in attesa del ricovero in REMS o vengono sistemate per breve periodo nelle infermerie delle case circondariali oppure sono trasferite fuori regione, spesso a Barcellona Pozzo di Gotto, in Sicilia, dove c’è una grande struttura con una capienza di 205 posti, ma caratterizzata purtroppo da condizioni di vivibilità non proprio delle migliori.

Occorre affrontare urgentemente il problema delle REMS che, anche se generalizzabile in gran parte d’ Italia, ha bisogno di una rimodulazione seria nella nostra regione.

L’aver legiferato lo spostamento dalle misure di sicurezza detentive verso sistemi di sicurezza alternative alla detenzione, di fatto, obbliga le Asl a formulare progetti di “presa in carico” per la dimissione degli “internati”, e prevede inoltre che si specifichi in maniera circostanziata le motivazioni che non rendono possibili la presa in carico. Si tratta in primis di favorire l’adozione, da parte dei magistrati, anche di sorveglianza, delle misure di sicurezza diverse dall’internamento nelle REMS.

La Regione deve fare la sua parte attuando programmi con i percorsi terapeutico – riabilitativi individuali di ogni persona sottoposta queste misure.
Occorre prevedere la possibilità di modificare i progetti sulle REMS diminuendo quanto più possibile i ricoveri, dirottando fondi per la riqualificazione dei dipartimenti di salute mentale.

L’auspicio, in ossequio della nuova normativa, è che ogni persona sia presa in carico dalla ASL di appartenenza attraverso i Progetti Terapeutico Riabilitativi Individuali predisposti dai Dipartimenti di Salute Mentale in collaborazione con i Servizi per le Dipendenze, orientati verso funzioni di cura e non di custodia”.

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