Al via il tour della “Prevenzione Possibile”: 6.000 km in oltre 100 giorni per parlare alle donne italiane di prevenzione e spingerle a cambiare alcune cattive abitudini

 

 

(Panoramasanità) – Un truck attrezzato visiterà 31 città italiane per calcolare il rischio cardiovascolare e la densità ossea e sensibilizzare le donne sull’importanza della prevenzione primaria.

Fumano più degli uomini (sono 5,7 milioni le fumatrici italiane), soprattutto nella fascia di età tra i 45 ed i 54 (e sono in crescita le fumatrici di 55-74 anni), più al nord che al sud, sono molto sedentarie (47,3% vs. 37,3% dei maschi) ma generalmente, fatta eccezione per il 37,5% che risulta in sovrappeso o obesa, cercano di mangiare cibi più salutari come frutta e verdura e consumano meno alcol. In media il 31% soffre di ipertensione ed il 14% è in una condizione di rischio.

Sono queste alcune delle ragioni che portano le donne italiane ad essere più esposte ad alcune malattie, prime fra tutte quelle cardiovascolari, loro killer #1 più di qualsiasi altra patologia. Nel nostro Paese, infatti, il 48,4% dei decessi femminili è causato da malattie cardiovascolari, principalmente cerebrovascolari e ischemiche del cuore, mentre il 23,8% da tumori e il 27,8% da altre patologie.

La prima arma per preservare la salute del cuore è la maggiore conoscenza dei fattori di rischio, alcuni dei quali modificabili, e l’applicazione di poche e semplici regole.

«A differenza degli uomini, le donne sviluppano patologie cardiovascolari con un ritardo di circa 10 anni. Però, laddove si presenta un problema cardiovascolare, la gravità è maggiore – sottolinea Stefano Carugo, Responsabile scientifico del progetto Prevenzione Possibile e Direttore di Cardiologia Unità e UCIC, UOC cardiologia dell’Ospedale Santi Paolo e Carlo di Milano – Le azioni di contrasto più efficaci passano anche attraverso la responsabilizzazione di ciascuna donna rispetto alla possibilità di orientare il proprio comportamento verso un’attenzione alla salute in tutto il corso della vita, anche quando sono giovani e si sentono immuni – continua – Sicuramente, le donne sono parzialmente protette fino alla menopausa, ma non bisogna aspettare quella fase della vita per fare prevenzione.

È noto, infatti, che la prevenzione primaria per invecchiare senza limitazioni nella quotidianità accompagna tutte le fasi della vita, non solo quella anziana».

Per portare all’attenzione delle donne l’opportunità di mettere in pratica piccoli cambiamenti nella vita di ogni giorno che possono fare la differenza per la loro salute, dall’8 marzo al 26 giugno l’ambulatorio mobile del progetto “Prevenzione Possibile. La salute al femminile” girerà l’Italia per informare le donne over 35 sull’importanza di modificare alcuni comportamenti non corretti, offrire consulti medici, fare una valutazione preliminare del rischio cardiovascolare e misurare la loro densità ossea.

L’iniziativa, realizzata con il patrocinio di Siprec, Fimmg, Federfarma e Federfarma-Sunifar, è stata presentata ieri.
In particolare, sull’ambulatorio mobile, i medici della Fimmg effettueranno: misurazione del peso, del girovita, della pressione arteriosa, della frequenza cardiaca tramite ECG, del colesterolo, della saturazione di ossigeno, e la misurazione della densità ossea attraverso MOC.

«Un’attività fisica costante, ad esempio, incide sulla riduzione della morbilità e mortalità cardiovascolare da danno coronarico, ictus, pressione arteriosa e dislipidemia – continua Carugo –

La sedentarietà, al contrario, rappresenta un fattore di rischio importante per ipertensione, malattie cardiovascolari e osteoporosi9, un’altra malattia a prevalenza femminile che incide in modo negativo sulla qualità di vita». Inoltre 1 donna su 4 in Italia dopo i 40 anni soffre di osteoporosi e 1 su 3 dopo i 50 anni.

«L’osteoporosi è definita una malattia silenziosa perché, finché non si verifica una frattura da fragilità, può non presentare sintomi specifici – aggiunge Giuseppina Resmini, del Board scientifico del progetto e Responsabile del Centro per lo studio dell’osteoporosi e delle malattie metaboliche dell’osso, UO di Ortopedia e Traumatologia – Asst Bergamo Ovest – Una diminuzione di altezza, un ipercifosi dorsale e/o un persistente dolore alla schiena possono indicare la presenza di una frattura vertebrale da compressione.

È importante modificare gli stili di vita finalizzati al miglioramento della qualità dell’osso e ad abbassare il rischio di frattura con una dieta equilibrata con un adeguato apporto alimentare quotidiano di calcio e vitamina D, e con una regolare attività fisica moderata.

È necessario giocare d’anticipo e con questa iniziativa ci auguriamo di incoraggiare le donne a farlo». «Credo fortemente nella necessità di diffondere una cultura di prevenzione e di educazione sanitaria, in particolare tra le donne che sono solitamente più attente alla salute dei familiari che alla propria – dichiara Marco Cossolo, Presidente Federfarma – In questo la farmacia gioca un ruolo importante, e crescente, perché è il primo presidio sanitario al quale il cittadino si può rivolgere, situato anche nei piccoli centri, e con operatori sanitari di elevata professionalità.

La tradizionale vocazione della farmacia a fare prevenzione si sta potenziando con lo sviluppo della farmacia dei servizi che mette a disposizione numerose autoanalisi, la misurazione della glicemia, del colesterolo e di altri parametri, e permette di fare screening quali quelli per l’ipertensione e per il diabete, dando al cittadino la possibilità di contrastare l’insorgere di una patologia, con vantaggi per la salute ma anche con risparmi per il Ssn».

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