Associazione Fornitori Ospedalieri Regione Puglia

Vaccino Covid, è incognita sui tempi. ‘No alle scommesse’

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“Come Unione Europea stiamo chiudendo un pacchetto 6+1, quello di AstraZeneca, che coinvolge nella produzione anche l’Italia, è uno dei sei ed è in fase più avanzata. Il contratto prevede, se la sperimentazione andrà bene, che le prime dosi possano arrivare a fine anno”. A ribadirlo è il ministro della Salute, Roberto Speranza, sentito da ‘QN’. “La sicurezza del vaccino per noi è un elemento essenziale. Ma presto  arriveranno anche cure innovative. A Siena ad esempio il professor Rappuoli e la sua squadra stanno facendo un lavoro prezioso sugli  anticorpi monoclonali”, aggiunge Speranza.

E’ proprio l’incognita ‘tempi’ quella che, ora, pesa maggiormente nella sfida mondiale per la messa a punto di uno o più vaccini anti Covid.

Oltre 165 sono ad oggi quelli allo studio nel mondo, 58 sono giunti alla fase di test sull’uomo e 7 alla ‘fase tre’ più avanzata, ma “fare scommesse sui tempi di arrivo del vaccino non è possibile”, avverte Franco Locatelli, presidente del Consiglio Superiore di Sanità e membro del Comitato tecnico scientifico. Intanto, la corsa continua e la compagnia cinese Sinovac ha annunciato che testerà il proprio candidato vaccino contro il Sars-Cov-2, CoronaVac, che attualmente è in fase 3 per quanto riguarda gli adulti, anche su bambini e ragazzi tra i 3 e i 17 anni.
I tempi restano però il nodo cruciale ed anche le più ottimistiche previsioni espresse dal presidente Usa Donald Trump – che in una conferenza stampa ha illustrato un piano in grado di distribuire 100 milioni di dosi di vaccino entro la fine del 2020, gia’ a partire da ottobre – sono state ‘raggelate’ dalla stessa azienda Usa al lavoro sul vaccino, Moderna.
Si saprà infatti probabilmente in novembre se questo vaccino è sicuro ed efficace e se si potranno consegnare 100 milioni di dosi al governo americano “nei primi mesi del 2021”, ha affermato Stephane Bancel, l’amministratore delegato di Moderna. Per il candidato vaccino Oxford-Irbm-AstraZeneca, invece, l’auspicio espresso dal presidente di Irbm Piero di Lorenzo è che, se non ci saranno criticità, si potranno consegnare le prime dosi all’Italia a novembre.
E’ infatti “improbabile” che gli eventi avversi che hanno portato alla sospensione per qualche giorno dei test sul candidato vaccino Oxford siano legati alla vaccinazione, scrive l’università britannica in un documento postato sul proprio sito in cui cerca nuovi volontari per proseguire la sperimentazione, già ripresa in vari Paesi tranne in Usa.
Ma Locatelli invita alla prudenza: “Non è possibile fare scommesse sui tempi di questo vaccino anti Covid. Dobbiamo ancora aspettare i dati che arriveranno dalle prossime analisi dei test effettuati prima di poterci sbilanciare in questa direzione. Sono realista”. Ed ancora: “Più che fare scommesse sui tempi del vaccino – ha aggiunto – vorrei sottolineare che, anche se la rapidità è un aspetto importante in una situazione come questa, ancora più importanti sono la sicurezza d’uso e l’efficacia.
Più che arrivare velocemente è importante arrivare bene”. Ed anche i tempi del vaccino italiano di Reithera in sperimentazione all’Istituto Spallanzani non possono essere certi: “Attendiamo fine ottobre per cominciare a tirare le prime somme. Se tutto andrà bene, dopo aver completato le tre fasi dei test, sarà commercializzabile nella primavera 2021”, ha detto il direttore sanitario dell’istituto Francesco Vaia.

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