Associazione Fornitori Ospedalieri Regione Puglia

Quotidianosanità, Regionalismo differenziato. Aforp: “Porre un freno per evitare l’ennesima ingiustizia al Sud”

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Il Quotidianosanità ha rilanciato il comunicato stampa AFORP come qui di seguito pubblicato.

 

Regionalismo differenziato. Aforp: “Porre un freno per evitare l’ennesima ingiustizia al Sud”

Il presidente dell’Associazione Fornitori Ospedalieri Regione Puglia, Giuseppe Marchitelli, non mette in dubbio le responsabilità “di chi allegramente in tempi di vacche grasse ha gestito l’autonomia finanziaria in modo superficiale, certi del finanziamento dello Stato centrale”, ma “come potranno essere garantiti i principi di solidarietà e tutela dei Lea, se la politica non interviene proprio come costituzionalmente previsto, a tutela dei propri cittadini?”.

07 MAR – “Il regionalismo differenziato viaggia in dirittura d’arrivo, ad oggi senza aver incontrato non dico ostacoli, ma almeno un contraddittorio che possa definirsi tale da parte della politica. Il problema è endemico è italiano: dimenticare. Infatti i segnali c’erano tutti! Sotto gli occhi degli addetti ai lavori. Già nel 2015, ben 4 anni fa, nel tentativo di porre il bilancio in equilibrio, si raggiunse l’intesa Stato-Regioni in Sanità senza le Regioni del Nord. Allora le grandi assenti all’incontro furono Lombardia, Veneto e Liguria, segnale forte per far supporre, la morte definitiva, del sistema sanitario meridionale, a vantaggio delle regioni del nord che intanto conquistavano utenze sul valore della mobilità attiva”. Questa la premessa del Presidente Aforp (Associazione Fornitori Ospedalieri Regione Puglia), Giuseppe Marchitelli, davanti alla richiesta di autonomia di alcune regioni e a quella che l’Aforp definisce “assenza della posizione della politica” verso l’autonomia differenziata/regionalismo differenziato.

Per Marchitelli sarebbe “corretto porre un freno a questa deriva, per evitare di subire qui al sud, l’ennesima ingiustizia. Le responsabilità è indubbio ci sono e vanno verso la direzione di chi allegramente in tempi di vacche grasse ha gestito l’autonomia finanziaria in modo superficiale, certi del finanziamento dello Stato centrale. Oggi gli equilibri di bilancio chiamano correttamente tutti all’appello e in Italia, come se non ci fosse già altro a cui far fronte, si evidenzia sul Contratto di Governo, la celere chiusura delle richieste di autonomia differenziata da parte delle regioni del nord che ne hanno fatto richiesta con il precedente Governo e che l’attuale dovrà ratificare”.

“Il Ssn, dicono le regioni oggi, ci ha visto risanare un buco di 6 mld, ma la coperta è ancora corta come certifica anche la Corte dei Conti, che dichiara insostenibile l’attuale situazione per affrontare lo sviluppo dei servizi. Il precedente Patto per la salute 2014-2016 era fissato in 115,44 mld, nel 2019 è di circa 114mld. Tutto questo in attesa della stipula del nuovo Patto della salute, previsto per il 31 marzo p.v.”, Prosegue il Presidente Marchitelli: “E’ corretto dire che il malcontento che arriva dal sud si basa proprio sul timore di una errata autonomia differenziata rispetto alle regioni del nord? Come potranno essere garantiti i principi di solidarietà e tutela dei livelli essenziali nelle prestazioni, se la politica non interviene proprio come costituzionalmente previsto, a tutela dei propri cittadini?”.

Aggiunge il Presidente Aforp: “I servizi che l’Italia offre ai propri cittadini, non dovrebbero prescindere dalla residenza di ognuno? Si pone questo quesito verso la salute, ma quando si tratta di mobilità dei cittadini del sud vs il nord per le cure, dove va il regionalismo differenziato? E’ questo il modo per accorciare il famoso e noiosissimo, ma purtroppo reale, divario fra Nord e Sud?”.

“Noi imprese – conclude Marchitelli -, ancor prima di essere cittadini, poiché abbiamo la responsabilità di generare posti di lavoro e mantenerli, oltre a contribuire con i nostri tributi alla realizzazione dei servizi del nostro Paese, indipendentemente se nord o sud, rivolgiamo le nostre domande alla classe politica. Noi imprese, siamo troppo impegnati a far fronte alla vita reale e schizofrenica del caro Paese Italia”.

 

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