Associazione Fornitori Ospedalieri Regione Puglia

LISTE DI ATTESA, Zullo ad Amati: “L’opposizione va fatta a chi gestisce il SSR e non ai medici che sono pochi”

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 “Le visite a pagamento? I dati Agenas dicono che sono nella media italiana”

Di seguito, una nota del  capogruppo regionale di Fratelli d’Italia, Ignazio Zullo,  che replica al collega consigliere del Pd Fabiano Amati

 

 

“Opposizione di governo o di minoranza purché opposizione: ecco perché considero il collega del Pd, Fabiano Amati, un valido alleato. La teoria dei binari convergenti e paralleli, in fondo, regge bene sia pure con qualche défaillance e distonia. E’ logico e legittimo avere convincimenti divergenti con riguardo al problema delle liste di attesa e alla responsabilità dell’ALPI, ma le sue teorie divergono non solo con me ma anche dalle analisi dell’AGENAS.

“I dati relativi al 2019 (in assenza del COVID) e al 2020 pubblicati nel report AGENAS 2022 dimostrano come in Puglia le prestazioni in attività libero-professionale per le visite specialistiche vanno dal 2 al 9% di tutte le visite effettuate nel Sistema Sanitario Regionale. Mentre le prestazioni di diagnostica strumentale vanno dall’1 al 10% (punta massima che si raggiunge solo nella gastroscopia). È anomalo rispetto alle altre Regioni solo il dato delle visite di gastroenterologia (19% nel 2019 e 18% nel 2020) mentre le prestazioni di ostetricia e ginecologia raggiungono percentuali del 23% per le visite e del 62% per le ecografie ostetriche e, comunque, dati inferiori rispetto a ciò che accade in altre Regioni, e si sa che la donna -ancor più la primipara- tende a scegliere il ginecologo di fiducia per fatti storici e culturali.

“Amati si convinca: le liste di attesa sono conseguenza della carenza di medici per colpa del divieto di assunzioni e della rigidità dei budget assegnati agli accreditati. Misure imposte dal Piano di Rientro nel quale ci ha condotti il Governo Vendola, realizzando di fatto in Puglia una sanità a pagamento perché molte prestazioni vengono fruite presso medici libero-professionisti esterni al SSR o in regime di extramoenia. Al più si ricorre fuori Regione incrementando la mobilità passiva.

“Continuando a criminalizzare l’ALPI si rischia di offendere dignità e orgoglio dei nostri operatori sanitari che, in numero ridotto rispetto ai reali fabbisogni, tengono in piedi un sistema inefficiente e disorganizzato non certo per loro colpa ma per colpa del centrosinistra che governa la sanità pugliese da ben 17 anni.”

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