Associazione Fornitori Ospedalieri Regione Puglia

Liste di attesa, Pellegrino: “Legge Amati troppo punitiva. Riduzione possibile ma con interventi organizzativi”

Paolo Pellegrino - Consigliere La Puglia con Emiliano - Regione Puglia
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“Più la approfondisco e più mi convinco che si tratti di una proposta di legge inefficace, inaccettabile e improponibile. Che esista un problema di equità delle liste di attesa è un fatto storico, accertato. Sappiamo che è anche un problema che danneggia, purtroppo e soprattutto le classi più povere che non possono permettersi una visita intramoenia, ma credo che il problema non possa essere risolto con un impianto normativo ampiamente punitivo”.

Così il presidente de La Puglia con Emiliano, Paolo Pellegrino, sulla proposta di legge del consigliere Amati (PD) sulla riduzione delle liste di attesa nella sanità, discussa in Consiglio regionale.

“A mio avviso – ribadisce – questa legge guarda più all’aspetto dell’evento, cioè dei tempi di attesa, dettando sanzioni come la sospensione dell’attività libero professionale, che non solo puniscono il medico di turno ma tutto il personale, come impiegati, infermieri e ausiliari. Certo, bisogna sempre e comunque punire i comportamenti fraudolenti e accertarli qualora ci siano, ma al tempo stesso quando si verifica un disallineamento nei tempi di attesa, tra il regime istituzionale e il regime in l’Alpi, occorre invece capire le cause di tale disorganizzazione all’interno delle unità operative e non procedere automaticamente con le sanzioni”.

“Ecco perché – continua Pellegrino – la legge Amati propone delle soluzioni abnormi che producono degli effetti distorti: sospende automaticamente il regime Alpi, nega al cittadino il diritto di utilizzare le prestazioni di quel determinato medico, punisce tutto il team sanitario, non permette alle Asl di incassare i proventi e paradossalmente aumenta le liste di attesa invece che ridurle”.

“La mia proposta di legge, attualmente incardinata in III Commissione Sanità, propone invece uno schema più semplice: quando si verifica un disallineamento dei tempi di attesa in determinate unità operative è il direttore generale che fa delle verifiche. Se la responsabilità è del medico procede giustamente con le sanzioni, ma se al contrario accerta un problema organizzativo individua le cause ricorrendo alla riorganizzazione come ad esempio con l’acquisto di altre prestazioni aggiuntive dal sistema sanitario o pubblico o privato. Non solo, ai direttori generali tocca programmare un anno prima le prestazioni e i budget di spesa”.

“Le liste di attesa – conclude Pellegrino – vanno sicuramente abbattute, e su questo siamo tutti d’accordo, ma la politica deve individuare le soluzioni migliori e non un mero giustizialismo a priori. E sono convinto che l’ulteriore riflessione proposta dal presidente Emiliano possa aiutarci a fare sintesi, anche in chiave politica. Certo, su questi temi così impattanti ben vengano i voti aggiuntivi delle opposizioni, ma la maggioranza deve essere al tempo stesso autosufficiente”.

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