Associazione Fornitori Ospedalieri Regione Puglia

Liste d’attesa: in Puglia ritardi in una visita su tre

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(Gazzetta del Mezzogiorno – Massimiliano Scagliarini) – Nel frattempo, come detto, il ministero dell’Economia ha trasmesso a Palazzo Chigi (e, per conoscenza, agli Affari regionali), il referto sull’esame della legge regionale pugliese 36 approvata il 1° aprile.

 

La norma anti liste d’attesa che, secondo i tecnici ministeriali, merita di essere impugnata davanti alla Consulta: le misure ipotizzate dal parlamentino pugliese (a colpi di emendamenti) per ridurre i tempi di prenotazione andrebbero infatti in contrasto con le competenze statali.

 

In particolare, il Consiglio aveva tentato (articolo 9) di autorizzare la revisione delle dotazioni organiche degli ospedali «tenendo anche conto della necessità di procedere all’abbatimento delle liste d’attesa».

 

Peccato che non si possa fare, essendo le assunzioni vincolate al rispetto dei tetti di spesa fissati a livello nazionale.

 

Stesso discorso per il fondo destinato all’acquisto delle prestazioni extra per l’abbattimento delle liste d’attesa, che – in base alla norma pugliese – potrebbe essere alimentato da una quota dei ricavi della libera professione: non si può fare – dice il Mef – perché la legge nazionale impone che per mettere le mani nei fondi contrattuali è necessaria una previa contrattazione integrativa aziendale.

Insomma, il solito pasticcio. E per evitare l’impugnativa, che al momento appare inevitabile (il termine scade il 1° giugno), la Regione dovrà impegnarsi con il ministero a modificare la norma. Una norma che, come detto, è nata morta perché il Piano per la riduzione delle liste d’attesa approvato in aprile ha recepito tutte le misure imposte dal ministero della Salute, misure che partono proprio dallo stop all’intra-moenia: se le attese per le prestazioni in regime istituzionale sono eccessive, i direttori generali delle Asl dovranno bloccare le prestazioni per le prenotazioni in intra-moenia.

 

L’idea è che in questo modo i medici si concentreranno sull’attività «pubblica» e non sugli ambulatori privati ospedalieri, aumentando la produttività. Una ipotesi che i medici hanno fermamente avversato a quando se ne è discusso a livello regionale, avendo dalla propria parte il presidente Michele Emiliano.

 

Una ipotesi che invece sono stati costretti a ingoiare per volere del ministro Giulia Grillo: e in Puglia, non appena verranno pubblicati i dati di monitoraggio, le sospensioni dell’intra-moenia saranno centinaia.

 

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