Associazione Fornitori Ospedalieri Regione Puglia

In Pronto soccorso mancano oltre 1.000 medici. Ognuno lavora il 30% in più

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(IlSole24Ore) – Il provvedimento d’urgenza – un decreto legge – annunciato nei giorni scorsi dalla ministra della Salute Giulia Grillo per tamponare la desertificazione dei Pronto soccorso (così come degli studi di Medicina generale), appare quantomai opportuno. Da anni società scientifiche e sindacati, così come le associazioni di pazienti, denunciano gap assistenziali, sovvraccarichi di lavoro – in barba alla direttiva Ue sul rispetto dei turni – e burnout degli operatori, che non a caso sono tra i più colpiti dal fenomeno delle aggressioni da parte di pazienti e familiari frustrati da lunghe attese e scarse attenzioni.

Dati alla mano, la Società italiana di Medicina di Emergenza e Urgenza (Simeu) certifica ora le dimensioni del fenomeno: ogni anno i medici di pronto soccorso degli ospedali pubblici effettuano 4 milioni e mezzo di visite in più rispetto agli standard nazionali, definiti dalle società scientifiche.

La rilevazione su un campione di circa 110 strutture di emergenza che rappresentano 6 milioni di accessi, circa un terzo del totale nazionale – presentata da Simeu in occasione dell’Accademia dei Direttori 2018 – mostra che circa il 22% del totale delle visite mediche di pronto soccorso supera il normale carico di lavoro dei professionisti dell’emergenza, secondo uno standard di prestazione calcolato tenendo conto di quanto tempo in media è necessario dedicare a una visita completa: ogni medico dovrebbe eseguire ogni anno al massimo 3.000 visite mediche, che invece sfiorano i 4.000 per ciascun professionista.

Un fenomeno preoccupante che – spiegano dalla società scientifica – è la prima conseguenza della carenza di personale: i medici a tempo indeterminato nei pronto soccorso italiani sono 5.800 mentre, in base alle piante organiche delle aziende sanitarie, ne servirebbero oltre 8.300; i precari sono circa 1.500, mancano del tutto all’appello più di mille medici di pronto soccorso.

«Si tratta di una situazione di grave sofferenza del servizio pubblico che mette in serio pericolo la qualità delle cure ai cittadini e a cui è necessario trovare rapidamente una soluzione: quest’anno le borse di specializzazione a disposizione per la medicina di emergenza-urgenza sono aumentate di circa il 40% – spiega Francesco Rocco Pugliese, presidente Simeu – ma parallelamente è aumentato anche il fabbisogno di medici indicato dalla Conferenza Stato-Regioni, che passa da circa 300 a 400 medici su tutto il territorio nazionale.

L’aumento dei posti in specialità quindi, pur restando un buon segnale di attenzione da parte del governo e delle regioni, non è ancora una risposta sufficiente al bisogno di salute dei cittadini. La grave carenza dei medici nei pronto soccorso italiani è un’emergenza già oggi, mentre i nuovi posti in specialità offerti ora ricadranno sull’attività degli ospedali soltanto fra cinque anni. Sono necessari invece interventi rapidi per salvare l’emergenza del servizio sanitario nazionale».

 

L’Accademia dei Direttori, organizzata annualmente da Simeu e giunta alla sue seconda edizione, riunisce circa 150 responsabili delle strutture di medicina e chirurgia di emergenza e accettazione d’Italia, indipendentemente dall’appartenenza alla società scientifica. In una “due giorni” promuove il confronto fra i professionisti sui principali temi della disciplina, visti in un’ottica prevalentemente organizzativa. Scopo dell’iniziativa è contribuire a rendere uniforme l’offerta del servizio sanitario nazionale in materia d’emergenza e trovare una soluzione ai principali problemi che affliggono il settore.

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