Associazione Fornitori Ospedalieri Regione Puglia

Da gennaio 2016 200 milioni di euro per enti locali e fornitori

Michele Emiliano - Governatore Regione Puglia
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Michele Emiliano - Governatore Regione Puglia
Michele Emiliano – Governatore Regione Puglia

(Corriere del Mezzogiorno) – BARI – Non solo cattive notizie. La legge di Stabilità, da qualche anno a questa parte, è fonte costante di amarezza per tutte le Regioni, dunque anche per la Puglia. Questa volta ci sono le spine, ma ci sono anche le rose, una in particolare. La bozza della legge torna a rimodellare il Patto di stabilità, ossia il meccanismo che tiene a freno il flusso delle uscite e che a lungo ha soffocato la capacità di spesa della Puglia. Questa volta il nuovo dispositivo aiuta. I parametri per rispettare il Patto scendono da otto a uno soltanto. E quest’ultimo si fonda sul pareggio tra entrate e spese in termini di «competenza» (gli impegni sul bilancio) e non di «cassa» (le effettive uscite e entrate). E siccome la cassa della Regione è ben florida (una giacenza di 1,5 miliardi) la conseguenza pratica è che a gennaio del 2016 si potranno onorare con facilità tutti i pagamenti bloccati a fine anno per il rispetto del Patto di stabilità 2015. Se la norma sarà confermata, la Regione potrà aprire il rubinetto per non meno di 200 milioni: a favore degli enti locali in attesa dei fondi regionali e dei tanti fornitori in attesa.

Ovvio, ci sono anche diverse cattive notizie. Una riguarda l’ennesima sforbiciata ai trasferimenti statali: una cifra che nel 2016 vale circa 900 milioni sull’intero sistema-Regioni. Sono il residuo del taglio deciso con la finanziaria 2015 e che continuerà a scaricare i propri effetti anche nell’anno venturo. Per la Puglia si tratterà di una decurtazione di circa 70 milioni. In quali settori si vedrà: lo deciderà la conferenza delle Regioni. Ma c’è poco spazio per l’immaginazione: trasporti, edilizia sanitaria, agricoltura saranno i campi in cui andranno a scaricarsi gli effetti.
Sulla sanità la questione è più complessa. Le Regioni incassano un miliardo in più: il Fondo sanitario passa da 110 a 111 miliardi, ma il vecchio accordo dello Stato con i governatori ne prevedeva 113 per il 2016. Dunque, si tratta di due miliardi in meno rispetto alle previsioni. Tradotto in cifre pugliesi: nel 2016 arrivano circa 70 milioni in più in confronto al 2015, ma circa 140 in meno rispetto alle attese.La questione è delicata per il futuro, visto che, come spiegano in Regione, c’è da far fronte all’aumento dei Lea (livelli essenziali di assistenza), ai rinnovi contrattuali, alla spesa per farmaci innovativi (come quello per eradicare il virus dell’epatite C). Ma la sanità consegna grattacapi anche rispetto all’anno in corso: la chiusura in deficit autorizza le Regioni ad aumentare le tasse, decisione altrimenti vietata dalla stessa legge di Stabilità. Il governatore Michele Emiliano ha già escluso inasprimenti fiscali. Ma resta il punto: per evitare le tasse si deve evitare il disavanzo sui bilanci delle Asl. Come? «Stiamo operando – dice Emiliano – per contenere il deficit: in primo luogo con una contrazione della spesa farmaceutica e in secondo luogo con altri meccanismi». Di più il governatore non dice. Ma è agevole pensare che la Regione agirà con il riordino ospedaliero e, più in dettaglio, con l’applicazione in Puglia degli «standard» ospedalieri fissati a metà anno dal decreto ministeriale numero 70. Ossia: non soppressione di posti letto (siamo in linea con le percentuali) ma di doppioni di reparti.
Ma c’è un altro aspetto. Emiliano confida di trovare disponibilità nelle pieghe del bilancio ordinario 2015 per operare un trasferimento di risorse a favore della sanità ed evitare il deficit sanitario. Per fare questo occorre trovare i soldi — questo è chiaro — ma occorre anche disporre l’assestamento di Bilancio, cioè fare la manovra finanziaria. Operazione che non si riesce a realizzare per la nota vicenda relativa alla sentenza della Corte costituzionale sul caso degli anticipi dello Stato alle Regioni per pagare i fornitori. È stato innescato in Piemonte ma riguarda tutta Italia: la Consulta ha ritenuto illegittimo il metodo di compilazione dei bilanci regionali. Ora le Regioni attendono un intervento del governo per sanare la situazione. Emiliano ne ha parlato ieri con l’assessore regionale Raffaele Piemontese e una pattuglia di parlamentari del Pd (Boccia, Ginefra, Massa, Mongiello, Vico, Tommaselli). Deputati e senatori si sono impegnati a seguire la vicenda, nella prossima settimana è previsto un nuovo incontro.

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