Associazione Fornitori Ospedalieri Regione Puglia

Convegno Breast Unit, Conca: “La prevenzione vuol dire vita. La Puglia indietro di 20 anni”

Mario Conca - Consigliere Movimento 5 Stelle - Regione Puglia
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Si è tenuto questa mattina nell’aula del Consiglio Regionale il convegno “Tumore al seno & Breast Unit in Puglia”, organizzato da “Europa Donna Italia” per fare il punto sulla situazione delle Breast Unit in Puglia. In merito si esprime il consigliere del M5S Mario Conca.

“È gravissimo che a distanza di 11 anni dall’entrata in vigore della direttiva europea – denuncia il pentastellato – l’Italia non sia ancora pronta. Nel 2014 la conferenza Stato – Regioni ha dato il via libera all’implementazione delle Breast Unit ma da allora nessuna regione le ha istituzionalizzate e standardizzate”.

I dati presentati nel corso del convegno, spiega Conca, dimostrano che un’unità multidisciplinare migliorerebbe di circa il 18% l’aspettativa e la qualità di vita delle pazienti oncologiche e come vada migliorata anche la prevenzione.

“Si parla di uno screening ogni 2 anni per le donne dai 50 ai 69 anni, e tempi di attesa anche di tre anni per una mammografia. Lo screening – incalza Conca – andrebbe invece differenziato a seconda dei livelli di rischio e familiarità, due anni possono voler significare la morte. Soprattutto, andrebbe monitorata una fascia più ampia di età cominciando dalle trentenni, prevedendo corsie preferenziali nelle prenotazioni e creando i percorsi diagnostico – terapeutici assistenziali. La prevenzione vuol dire vita e sotto questo aspetto siamo indietro di vent’anni. È anacronistico che circa 500 donne pugliesi ogni anno siano costrette in mobilità passiva a fare i viaggi della speranza perché la mancanza di primari, anestesisti, chirurghi e infermieri non consente di smaltire le liste d’attesa in tempo utile. Il tempo è vita”.

“Le associazioni sono riuscite a sopperire in parte alle inadempienze del pubblico rendendo più umana la sanità pugliese – continua il consigliere cinquestelle – ma hanno limiti oggettivi e una mancanza di risorse che non consente loro una presa in carico totale. Come ha detto durante il convegno una donna che ce l’ha fatta, la scarica di emozioni di chi scopre di avere un tumore alla mammella è paragonabile a quella che si avverte subito dopo un forte terremoto: dapprima la paura, poi il senso di precarietà e l’angoscia per il futuro. È evidente che la politica non ha ancora capito che quando si ammala una donna si ammala una famiglia, quando muore una donna per tumore al seno, spesso, muore una famiglia. Non perdiamo altro tempo!”

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