Associazione Fornitori Ospedalieri Regione Puglia

Confronto fra soggetti aggregatori, Centrali Regionali, fornitori e piccole e medie imprese. È intervenuto Marchitelli

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BARI – Si è conclusa la prima giornata del Forum Mediterraneo in Sanità 2019. Dieci incontri con centinaia di relatori divisi in due sessioni di lavoro. Nel pomeriggio, riflettori puntati su assistenza socio sanitaria, innovazione dei device, spesa sanitaria e soggetti aggregatori, sicurezza integrata.



Razionalizzare la spesa sanitaria attraverso un confronto fra soggetti aggregatori, Centrali Regionali, fornitori e piccole e medie imprese. Ognuno chiamato a descrivere le proprie criticità in un ambito che vede molti punti ancora da chiarire e da cambiare.

In particolare sono intervenuti tra gli altri, il Presidente AFORP Beppe Marchitelli con una relazione in difesa delle piccole e medie imprese e il Direttore generale di InnovaPuglia, Alessandro Di Bello promotore dell’incontro.

Maggiori dettagli sul prossimo numero di Vivilasanità che sarà pubblicato a fine mese.

 

“L’Emilia Romagna è stata la prima regione a pensare ad una centrale acquisti per la sanità – ha sottolineato Alessandra Boni, direttore generale Intercent ER – siamo attivi dal 2005 diventando un modello per tutti.

E’ chiaro che quanto facciamo è per spendere meno e meglio in costante rapporto con le Regioni e in linea con le politiche sanitarie. Il dialogo continuo con le Aziende Sanitarie permette di intervenire se qualcosa non va”.

 

L’esigenza di collaborazione è stato un punto in comune da parte di tutte le realtà partecipanti al dibattito concordi nel diminuire gli sprechi, razionalizzare la spesa ed evitare errori nelle gare di assegnazione.

 

E non solo. Una revisione del codice appalti è stata auspicata da più parti per rendere più snello il rapporto fra fornitori e soggetti aggregatori, per iniziare una fattiva e reale collaborazione.

 

All’incontro su “Assistenza socio sanitaria e sociale, servizi di qualità alla persona nel territorio, in Rsa a domicilio” ha portato i saluti l’assessore al Welfare della Regione Puglia Salvatore Ruggieri. L’incontro, introdotto da Giovanni Campobasso dirigente sezione Strategie e Governo dell’offerta del Dipartimento Salute della Regione Puglia, è andato avanti con esperti del settore.

 

 

Se in una sala il discorso si incentrava sulla spesa sanitaria, in quella adiacente si discuteva di sicurezza sul lavoro. “Senza ambienti di lavoro sicuri non si produce salute” è uno dei concetti alla base del progetto SiRGIS Puglia. Il Sistema di Gestione Integrato della Salute e Sicurezza sul Lavoro, nato a dicembre 2017 su delibera della giunta regionale, è stato al centro dell’incontro sulla Sicurezza integrata in sanità. “Dopo una fase di analisi delle principali problematiche in tutte le aziende sono state elaborate comuni procedure di sicurezza su tutto il territorio della Puglia – ha spiegato il coordinatore del SiRGIS, Danny Sivo – E’ stato istituito il tavolo dei Responsabili della Sicurezza di tutte le Aziende Sanitarie ed analogamente si è proceduto a insediare un coordinamento dei Medici del Lavoro – Medici Competenti”.

 

Durante la sessione a cui hanno partecipato esperti regionali e nazionali sono stati presentati gli avanzamenti in termini di sicurezza e qualità con particolare riferimento alle manutenzioni, alle progettazioni ed alle procedure. Sono stati presentati i risultati di alcune Asl dove il modello SGSL (Sistema di Gestione Salute e Sicurezza nei Luoghi di Lavoro) è stato implementato, in particolare quella della BAT, dove da sei anni la nuova metodologia è stata introdotta: nell’azienda sanitaria della sesta provincia è stato “bonificato” il rischio da movimentazione manuale pazienti che da solo rappresentava il 75% di tutte le inidoneità al lavoro degli operatori sanitari che sono stati, pertanto, pienamente reintrodotti nella attività lavorativa con risparmio economico e di salute. Analoghi risultati sono stati riportati sulla riduzione del 50% degli infortuni sul lavoro a partire dalle aggressioni al personale sanitario. “Gran parte delle aggressioni sono frutto dalla cattiva qualità dell’accoglienza delle nostre strutture” ha detto Sivo.

 

E’ in fase di elaborazione un comune manuale di gestione della Salute e Sicurezza nei luoghi di lavoro con comuni procedure di sicurezza. Sono state elaborate omogenee Linee di Indirizzo per la sorveglianza sanitaria dei lavoratori e della lavoratrici SiRGIS coordinato dal prof. Luigi Vimercati dell’Università di Bari. Sono in corso comuni progetti integrati con il tavolo regionale sul Rischio Clinico a partire dalla sicurezza nel rischio biologico e nella prevenzione delle infezioni ospedaliere. Il SiRGIS è parte di un progetto del Ministero della Salute “Azione Centrale Ministeriale” con l’obiettivo di prevenire le patologie e gli infortuni negli ambienti di diagnosi e cura a livello nazionale.
Nell’incontro ‘Innovazione dei device ed impatto nei percorsi clinici.

 

I progetti della Regione Puglia e la ricerca finanziata’ si è discusso di come migliorare la quotidianità delle persone con disabilità. A supporto dei pazienti con varie difficoltà è possibile affidarsi a tecnologie sanitarie e strumenti hi tech .

 

Ancora in fase di sperimentazione ma sulla rampa di lancio per la diffusione degli strumenti di nuova tecnologia negli ambiti sanitari della regione come integrazione nella prassi in un processo clinico, i device aprono la strada ad una nuova era hi-tech nei diversi ambiti di applicazione: dall’oculistica alle malattie degenerative o neurodegenerative; dalla diagnostica avanzata alla medicina rigenerativa e neutroceutica.
“La Regione ha finanziato società che hanno sviluppato progetti di ricerca e innovazione – spiega Ottavio Di Cillo, direttore Area E-Health Aress Puglia – e oggi facciamo il punto sullo stato di avanzamento delle soluzioni prodotte. Le potenzialità delle piattaforme sono in crescita e di ottima qualità e fruibilità quindi il bilancio finora può considerarsi positivo perché i test riportano una buona soddisfazione dei volontari coinvolti in via sperimentale. Interessante è valutare anche questo dato: per ogni euro investito dal pubblico, il privato ne investe la metà invitando ad una sorta di sollecito che fa crescere la ricerca”.

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