Associazione Fornitori Ospedalieri Regione Puglia

Appalti/ 1: oggi il via libera definitivo del Senato alla riforma

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La riforma degli appalti diventa realtà. A oltre un anno dalla presentazione in Parlamento arriverà probabilmente già stamattina in Senato il via libera definitivo alla legge delega che punta a rivoluzionare il mercato dei contratti pubblici. Un sistema che muove oltre 101 miliardi all’anno (dati della relazione Anac 2015) e che nei mesi scorsi è stato più volte al centro delle attenzioni della magistratura, con le inchieste sull’Expo, il Mose e Mafia Capitale, solo per citare i casi più noti. «Gli appalti valgono il 15% del Pil – ha sottolineato il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio – questa riforma apre una nuova stagione per l’economia e la credibilità del Paese».

Graziano Delrio

Ieri l’Aula del Senato ha avviato la discussione generale sul provvedimento, con qualche fibrillazione ( anche legata al caso Quarto) con il Movimento Cinque Stelle che in prima lettura aveva deciso per l’astensione. Oggi invece sono previsti il parere (non ostativo) della commissione Bilancio e le votazioni (ma non si attendono ulteriori modifiche) sul testo tornato dalla Camera con oltre 40 correzioni rispetto a quello licenziato dal Senato a luglio 2015. Un lavoro che ha arricchito un testo già molto articolato e ha portato a oltre 70 i criteri cui dovrà attenersi il Governo nell’attuare la delega. Senza peraltro poter contare su tempi lunghi. Il termine per recepire le tre direttive europee che hanno dato il via all’operazione-riforma (23/2014 sulle concessioni, 24/2014 sugli appalti e 25/2014 sui cosiddetti settori esclusi) scade il 18 aprile. Un traguardo che come ha ribadito ieri Delrio, il governo ha intenzione di rispettare, varando in un colpo solo il decreto destinato a recepire le direttive e a mandare in pensione il vecchio codice del 2006. Tramonta dunque l’opzione dell’attuazione sdoppiata, pure bprevista nella delega, che concederebbe al governo la possibilità di varere un primo decreto per recepire le direttive entro il 18 aprile, affidando poi a un secondo decreto (da varare entro il 31 luglio 2016) il compito di riformare l’intero sistema.

Il passaggio alla Camera non ha stravolto il cuore della riforma, che resta fortemente ancorato al ruolo centrale e a tutta una serie di nuovi poteri affidati all’Autorità Anticorruzione guidata da Raffaele Cantone. Dal compito di qualificare le stazioni appaltanti alla tenuta di un albo dei commissari chiamati ad aggiudicare le gare. Gli atti dell’Autorità (delibere, bandi-tipo) diventeranno vincolanti. Senza contare che spetterà proprio all’Anac mettere a punto le linee guida di attuazione del nuovo codice dei contratti, che poi saranno approvate con un decreto di Porta Pia.
Raffaele Cantone
«Questi nuovi poteri non sostituiranno i poteri di regolazione del ministero che restano – ha sottolineato Delrio -. Ma la corruzione è uno dei fattori che ha impedito di più la corretta esecuzione dei lavori e questo codice, semplificato, risponde in modo efficace all’esigenza di combattere il fenomeno». Anche attraverso l’addio alle deroghe, la previsione di paletti più severi sulle varianti e i contratti secretati, il recupero del ruolo centrale della progettazione nel processo di costruzione, la sostanziale cancellazione del massimo ribasso, l’istituzione di un sistema di reputazione per le imprese, la suddivisione degli appalti in lotti per favorire le Pmi, il superamento della legge obiettivo.

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