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Anticorruzione, il nuovo modello di piano Anac guarda alla riforma Madia

Raffaele Cantone - Presidente Autorità Nazionale Anticorruzione
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Raffaele Cantone - Presidente Autorità Nazionale Anticorruzione
Raffaele Cantone – Presidente Autorità Nazionale Anticorruzione

L’Anac ha posto in consultazione sul proprio sito internet fino al 9 giugno il nuovo Piano nazionale Anticorruzione 2016 (Pna) . Si tratta del primo piano redatto dall’Autorità a seguito delle funzioni attribuitele dall’articolo 19 del Dl 90/2014 in materia di trasparenza e prevenzione della corruzione. Per l’Autorità il piano deve contenere gli obiettivi strategici per il contrasto alla corruzione come definiti dall’organo di vertice del soggetto tenuto al rispetto di queste normative, attribuendo dunque al piano un valore programmatorio da collegare agli altri documenti di programmazione strategico-gestionale.

nuovo Piano nazionale Anticorruzione 2016 (Pna)

I punti chiave. L’Anac, nell’elaborazione del piano, ha tenuto conto della riforma in essere dell’amministrazione pubblica intesa nella sua interezza come prevista dalla legge 124/2015 che trova espressione nei decreti delegati e in particolare del decreto di revisione della trasparenza e anticorruzione e del Testo Unico sulle partecipazioni, oltre che al nuovo Codice degli appalti.

 

Il documento dedica una prima parte all’analisi di alcune criticità rilevate anche dall’esame di un campione di piani adottati nel 2016, criticità peraltro già evidenziate dall’Anac nella determinazione 12 del 28 ottobre 2015 , e che sono riconducibili:
• all’ analisi del contesto esterno e interno, da intendersi come la fase di gestione del rischio che permette di comprendere il possibile livello di rischio corruttivo all’interno dell’amministrazione o dell’ente in relazione alle specificità dell’ambiente in cui essa opera;

• all’area dei contratti pubblici, ed in particolare le fasi di affidamento e successiva esecuzione del contratto;
• alla trasparenza, che l’Anac vede quale misura di primaria importanza ai fini della prevenzione della corruzione, nonché la verifica delle dichiarazioni sulla insussistenza delle cause di inconferibilità degli incarichi;

• alla rotazione del personale, interpretata come misura di contrasto al consolidarsi di relazioni che possono alterare la gestione amministrativa e quale strumento per favorire l’ampliamento delle competenze. Anac, sul punto, invita i soggetti di modeste dimensioni, impossibilitati alla rotazione, ad adottare la “segregazione delle funzioni”.

I punti chiave
determinazione 12 del 28 ottobre 2015

Gli enti in difficoltà. L’Autorità dedica una seconda parte del documento ad approfondimenti rivolti ai soggetti che, anche dall’esame dei loro piani, risultano in difficoltà nell’applicazione della normativa in materia di anticorruzione e trasparenza, anche in ragione alla scarsità di risorse umane e finanziarie disponibili.

Per i piccoli Comuni (inferiori a 15mila abitanti), l’Anac si riserva di fornire delle linee per agevolare il processo di gestione del rischio, ricordando che questi soggetti possono avvalersi per alcuni aspetti anche del supporto della Prefettura.
L’Autorità in un’ottica programmatoria, come richiamata in apertura, propone di inserire nel Dup quanto meno gli indirizzi strategici della prevenzione della corruzione e promozione della trasparenza.

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