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Alla Ue non basta ancora: servono altri risparmi per almeno tre miliardi

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La trattativa con Bruxelles va avanti anche se il tempo è oramai scaduto. La Commissione Ue potrebbe decidere l’innesco della procedura d’infrazione sui conti dell’Italia già domani. L’esecutivo non è riuscito a presentare una proposta di manovra che soddisfi pienamente la Commissione. La lettera di Roma inviata domenica sera doveva indicare le misure con le quali il governo si impegna a non far salire l’anno prossimo il cosiddetto disavanzo ‘strutturale’. Si tratta del saldo di bilancio al netto di spese eccezionali. Saldo che è impossibile misurare con certezza. E l’obiettivo del deficit ‘nominale’ al 2,04% del Pil sarebbe irrilevante. Per evitare la procedura d’infrazione sui conti la Commissione Ue chiede di ridurre di pochissimo il deficit ‘strutturale’. Ma è qui che l’accordo non c’è. Bruxelles chiede 3 miliardi di misure ‘strutturali’ e non misure che incidono solo per un anno (vedi le dismissioni degli immobili pubblici e l’ecotassa sulle auto).

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